NOC. Il presidente della Commissione Affari Esteri (HoR) Yousef Algouri, “La tensione è con coloro che hanno il controllo della Banca Centrale”

Di Vanessa Tomassini.

Continua a far discutere la scelta del Generale Khalifa Haftar di consegnare il controllo dei porti petroliferi alla National Oil Corporation (NOC) con sede ad est, una mossa definita dalla compagnia petrolifera nazionale, da sempre riconosciuta a livello internazionale a Tripoli, come illegale. Il portavoce dell’esercito, Ahmed al­-Mismari, ha spiegato che la decisione è stata presa per impedire che le entrate petrolifere vengano utilizzate per finanziare milizie di mercenari ciadiani, come quelle che lo scorso 14 giugno con Ibrihim Jadhran attaccarono i terminali della Mezzaluna petrolifera uccidendo diversi soldati del Libyan National Army durante gli scontri, fino alla liberazione della settimana scorsa. Già lo scorso 21 giugno la Commissione Affari Esteri della Camera di Tobruk aveva emesso una dichiarazione in cui rifiutava un intervento straniero a protezione degli impianti nella Mezzaluna.

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Il presidente della Commissione Affari Esteri e della Commissione per l’Olio e il Gas, Yousef Alagouri, ci ha spiegato che “La comunità internazionale dovrebbe sapere che il quartier generale e la sede legale della National Oil Corporation è la città di Bengasi, con una decisione del Parlamento che chiama la risoluzione n. 4 del 2017, che ha annullato la decisione emessa dal Congresso generale del popolo del precedente regime, risoluzione n. 10 del 1979”. Il presidente ha anche aggiunto che “la vendita dell’olio di Sufa verrà effettuata dal Governo provvisorio guidato da Abdullah al-Thani. La tensione è con coloro che hanno il controllo della Banca Centrale della Libia e dei suoi beneficiari, che sono supportati da questa banca con mezzi illegali per rafforzare sé stessi e le loro milizie. In qualità di presidente della Commissione per l’olio e il gas supporto questa scelta”. Faraj Said, capo della NOC di Bengasi, ha già fatto sapere che il suo ufficio sta pianificando di impartire istruzioni alle compagnie petrolifere per iniziare il lavoro e come procedere con le importazioni, malgrado gli avvertimenti della sede di Tripoli alle compagnie straniere di non firmare contratti con Bengasi perche non verranno rispettati.

Riguardo ai timori per un intervento straniero in Libia, Yousef Alagouri, ci ha detto che “la Libia è uno degli stati petroliferi e ha una grande riserva, in questo senso siamo preoccupati, oltre alla posizione geografica e all’area che la Libia gode e che il mondo ci invidia. Ci sono segnali sia all’interno che all’esterno del Paese, con alcuni Governi che cercano di mantenere l’instabilità in Libia, a favore dei loro interessi politici”. All’Italia, il presidente Alagouri consiglia di “stare lontana da tutti, sappiamo che l’Italia ha i suoi interessi nella parte occidentale della Libia, ma dovrebbe lavorare per essere in relazione con gli organismi legittimi del Paese e non con quelli illegali imposti al popolo libico dalla comunità internazionale”.

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