L’esercito libico accoglie con favore le richieste del forum di Tarhuna

Il generale Ahmed Al-Mesmari, portavoce del Libyan National Army, ha annunciato venerdì pomeriggio che le forze armate accolgono positivamente le richieste formulate dagli sceicchi e notabili delle tribù libiche che si sono incontrate nei giorni scorsi a Tarhouna. Il portavoce ha dichiarato, in un discorso trasmesso in diretta TV, che le risultanze del Forum delle tribù libiche rappresentano dei principi nazionali che non possono essere abbandonati, nonchè il vero spirito dello Stato e l’aspirazione di tutto il popolo libico.

Al-Mismari ha proseguito aggiungendo che qualsiasi opposizione o confisca della volontà nazionale o negazione del diritto del popolo libico a uno stato democratico, sicuro, stabile e sovrano non può essere più tollerata. Il comando generale dell’esercito nazionale libico ribadisce la sua piena disponibilità “a mettere in atto i loro ordini per combattere gli invasori turchi, tagliare la radice del terrorismo, sradicarlo dal suolo libico, smantellare e sciogliere le milizie, raccogliere le armi per rendere responsabile coloro che minacciano la sicurezza nazionale, cooperando con sabotatori, invasori e terroristi e sostenendoli militarmente, politicamente e attraverso i media”.

Il portavoce militare ha affermato che il comando generale dell’LNA, rappresentato dal feldmaresciallo Khalifa Haftar, è pronto a completare le operazioni militari verso “l’eliminazione di tutte le minacce alla sicurezza, sconfiggendo il colonialismo turco, imponendo la legge e il prestigio dello Stato su tutta la sua regione geografica fino a quando raggiungerà tutti i libici senza eccezioni, esclusioni o emarginazione affinchè il popolo libico possa scegliere i propri rappresentanti attraverso il voto”.

Le dichiarazioni del portavoce giungono in seguito alla ripresa del dialogo militare venerdì mattina a Ginevra, dopo il ritiro martedì da parte del premier del Governo di Accordo Nazionale (GNA), Faeyez al-Serraj, su richiesta dei suoi alleati Qatar e Turchia. La decisione di Serraj è arrivata in seguito all’annuncio da parte dell’Unione europea di una forza aero-navale che sarà incaricata di monitorare il rispetto dell’embargo sulle armi verso la Libia. A tal proposito, l’inviato ONU Ghassan Salamè ha chiarito che tale missione non sarà immediata e dovrà essere sottoposta alle valutazioni del Consiglio di Sicurezza.

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