La Libia divide la Lega Araba, la mancanza di un governo legittimo a Tripoli imbarazza i leader arabi

Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale del Governo di unità nazionale, Najla Al-Mangoush, ha ritenuto che la riunione consultiva dei ministri degli Esteri arabi, tenutasi oggi nella capitale Tripoli, abbia ricordato all’opinione pubblica araba l’incapacità della Lega di raggiungere solidarietà con la Libia.

“L’incontro di Tripoli ha ricordato all’opinione pubblica araba come il sogno arabo non è stato realizzato e deve affrontare serie sfide,” ha affermato Al-Mangoush in un tweet aggiungendo che la Lega degli Stati arabi non è stata in grado di realizzare i livelli più bassi di solidarietà araba con il mio paese dal centro della sua capitale”. “Abbiamo dichiarato la nostra insistenza sul fatto che siamo sulla via della stabilità, e non rinunceremo ai diritti del nostro popolo, e saremo sostenuti da fedeli fratelli arabi”. Ha spiegato.

La capitale libica, Tripoli, ha ospitato domenica la riunione consultiva del Consiglio della Lega degli Stati arabi a livello ministeriale nella sua 158a sessione, presieduta dalla Libia, presso il Nasr Forest Halls Complex , che avrebbe dovuto vedere la partecipazione dei ministri degli Esteri e rappresentanti dei governi arabi membri della Lega Araba, tuttavia il presidente della Lega Araba e i delegati di Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno scelto di disertare l’incontro, creando non pochi imbarazzi alla diplomazia di Tripoli. Al-Mangoush ha anche accusato il Segretariato Generale della Lega degli Stati Arabi di aver tentato di interrompere la riunione consultiva del Consiglio della Lega a livello ministeriale.

Ha ringraziato invece il Primo Ministro dell’esecutivo parallelo, riconosciuto dal Parlamento, Fathi Bashagha. “Ringraziamo i Paesi arabi e islamici, guidati dalla Repubblica araba d’Egitto, dal regno dell’Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi Uniti e dal segretariato generale della Lega Araba per il loro rifiuto a partecipare allo spettacolo che il governo uscente ha messo in atto per affermare che è l’entità riconosciuta a livello internazionale”. Ha dichiarato l’ex ministro degli Interni.

“Chiedo ai nostri fratelli arabi di sostenere l’unità del Paese, la riconciliazione tra i libici e un accordo intra-libico che porti all’esistenza di un’autorità eletta che rappresenti la volontà del popolo libico”, ha continuato Bashagha, aggiungendo: “Invito inoltre i nostri vicini dell’Algeria e della Tunisia a riconsiderare la loro politica estera nei confronti della Libia e a non lasciarsi trascinare dai capricci di un governo il cui mandato legale e amministrativo è scaduto, in base a quanto stabilito dalla Dichiarazione costituzionale e dall’accordo politico libico”.

La Libia, ricca di petrolio, è rimasta in subbuglio dal 2011, quando il colonnello Muammar Gheddafi è stato estromesso dopo quattro decenni al potere. Lo stallo politico è esacerbato dallo scorso anno, quando il parlamento libico ha nominato un nuovo governo guidato dall’ex ministro dell’Interno Fathi Bashagha, ma il capo del governo di Tripoli, Abdul Hamid Dabaiba, ha detto che cederà il potere soltanto ad un’autorità eletta, sollevando timori per una divisione del Paese.

Di recente le intelligence straniere, compreso il capo della CIA, hanno visitato Tripoli e Bengasi. Delle discussioni si conosce ancora ben poco. Nei giorni scorsi, il capo del Parlamento ha affermato che la missione ONU avrebbe una proposta per giungere ad un governo unificato che consenta alla Libia di andare al voto.

La Comunità internazionale, proprio come la Lega Araba, ha finora fallito di trovare un approccio condiviso, tra chi crede che Dabaiba stia facendo bene per la stabilità del Paese, chi sostiene che l’obiettivo di Aguila di nominare un nuovo Governo sia solo l’ennesimo tentativo di estendere l’esistenza degli attuali organi politici, e chi invece considera illegittimo l’esecutivo di unità nazionale poiché scaduto secondo le clausole del Libyan Political Dialogue Forum (LPDF) da cui è scaturito.

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