Anticorruzione denuncia “attacco senza precedenti” per sottrarre dossier e prove

La Commissione nazionale libica anticorruzione ha reso noto che il suo edificio è stato preso d’assalto domenica mattina da finti funzionari dell’autorità nel tentativo di sequestrare importanti dossier e fascicoli di casi di corruzione, descrivendo l’incidente come un attacco senza precedenti.

In un comunicato diffuso ieri sera, i dipendenti dell’autorità hanno invitato tutti i cittadini del Paese e le istituzioni giudiziarie e di sicurezza ad adottare misure legali e dissuasive contro coloro che definisce come “corrotti”.

La commissione ha invitato i libici a schierarsi con la Commissione nazionale anticorruzione, e i suoi uffici sul territorio libico, per affrontare coloro che stanno cercando di sequestrare e manomettere i dossier relativi a casi di corruzione e denunce.

L’autorità ha confermato la continuazione dei suoi sforzi nel “denunciare corruzione, corrotti e coloro che hanno tradito l’integrità del lavoro” in questa fase critica che la Libia e la commissione, in particolare, stanno attraversando.

Dopo il caso LERCO, un documento del Ministero della Pianificazione nell’esecutivo parallelo designato dalla Camera, e indirizzato al Procuratore generale e all’Audit Bureau, ha accusato il Primo Ministro, Abdul Hamid al-Dabaiba, di aver speso 16 miliardi e 500 milioni di dinari dagli stanziamenti del Capitolo Tre (Capitolo Sviluppo) all’interno delle disposizioni finanziarie durante il 2022 “senza base giuridica”.

Il rapporto fa riferimento a gravi irregolarità finanziarie attribuite al Governo di Unità Nazionale chiedendo che venga aperta un’ampia indagine penale e amministrativa contro Dabaiba e le persone coinvolte con lui in questi presunti incidenti.

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