Cavusoglu a Roma, focus su ruolo Turchia crisi in Libia e Ucraina

Venerdì il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ricevuto a Roma il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu, per discutere degli sviluppi geopolitici, in particolare la situazione in Ucraina e Libia. In un post su Twitter, Cavusoglu ha affermato di aver “discusso gli sviluppi in Ucraina e Libia, nonché la cooperazione economica e dell’industria della difesa” nella capitale italiana dove è arrivato per partecipare all’ottava edizione della Conferenza dei Med Dialogues.
Intervenendo al Forum, Cavusoglu ha riaffermato l’impegno della Turchia per mantenere la stabilità in Libia. “Il Paese ha bisogno di riconciliazione e pace, speriamo di lavorare anche con gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto in Libia per raggiungere questo obiettivo”. Ha dichiarato il capo della diplomazia di Ankara.
Dal gennaio 2020, la Turchia ha inviato proprie forze, compresi ufficiali militari e mercenari siriani, per aiutare l’allora Governo di Accordo Nazionale (GNA) di Fayez al-Serraj e la sua accozzaglia di milizie a contrastare l’offensiva di Khalifa Haftar sulla capitale Tripoli. Il Generale della Cirenaica ha avuto il sostegno di numerosi Paesi, compresi Emirati e Russia. L’aiuto turco, siglato dalla firma di due controversi memoranda, è riuscito a mutare la situazione in favore del GNA e le parti opposte hanno firmato un cessate il fuoco il 23 ottobre 2020.
Il Governo di Ankara non intende andarsene. Su richiesta della presidenza turca, il 22 dicembre scorso il parlamento ha approvato una risoluzione che ha prorogato per 18 mesi, dal 2 gennaio 2021, la missione militare turca in Libia. La Turchia ha sempre sottolineato che non può esserci una soluzione militare al conflitto in Libia e che il processo politico facilitato dalle Nazioni Unite è l’unica via d’uscita dalla crisi.
Cavusoglu ha sempre difeso l’intervento di Ankara in Libia che ha contribuito a spianare la strada ai colloqui intra-libici di oggi e agli sforzi di riconciliazione a guida ONU. Agli inizi di ottobre, il nuovo Governo di Unità Nazionale ed Ankara hanno firmato nuovi Memorandum d’Intesa riguardanti idrocarburi, cooperazione in materia di sicurezza e media suscitando rinnovate polemiche sia tra i partiti interni, sia tra gli attori stranieri, come Grecia, Unione Europea ed Egitto.
La Turchia riconosce la necessità del disarmo, della smobilitazione e del reinserimento dei gruppi armati in un esercito nazionale unificato, della riforma del settore della sicurezza e della creazione di un’apparato di sicurezza inclusivo e guidato dallo Stato di Diritto. A questo proposito, sta sostenendo e assistendo il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite in Libia. La Turchia è anche uno dei copresidenti del gruppo di lavoro sulla sicurezza istituito dalle conclusioni delle conferenze di Berlino (I e II).
Mevlüt Çavuşoğlu è ministro degli affari esteri della Turchia dal 24 novembre 2015. In precedenza ha ricoperto la stessa carica dall’agosto 2014 all’agosto 2015. È membro della Grande Assemblea nazionale della Turchia, dove rappresenta la provincia di Antalya. Eletto per la prima volta in Parlamento alle elezioni generali del 2002, è uno dei membri fondatori del Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP).