Parlamento turco riceve mandato per prolungare presenza militare in Libia

Lunedì 13 giugno il Parlamento turco ha ricevuto il mandato che prolunga il dispiegamento delle truppe turche in Libia per altri 18 mesi. Il documento, firmato dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, afferma che la Turchia continua a sostenere a tutti gli effetti un cessate il fuoco permanente nel paese, rilevando che il ritardo delle elezioni inizialmente programmate per il 24 dicembre minaccia la stabilità del Paese nordafricano.

La Turchia continuerà a contribuire alla sicurezza della Libia fornendo addestramento e consulenza all’esercito libico nell’ambito di un accordo di cooperazione militare congiunta firmato da Erdogan e dall’allora ministro dell’Interno libico nel Governo di Accordo Nazionale, Fathi Bashagha, nel 2019.

L’accordo consente alla Turchia di fornire addestramento ed equipaggiamento militare su richiesta del governo libico, che controlla la capitale, e parte dell’ovest del Paese. Il memorandum afferma anche i diritti della Turchia nel Mediterraneo orientale di fronte ai tentativi unilaterali di trivellazione da parte dell’amministrazione greco-cipriota, chiarendo che anche la Repubblica turca di Cipro del Nord (TRNC) ha diritti sulle risorse nell’area.

La Libia è sottoposta ad un embargo sulle armi dal 2011 secondo le risoluzioni ONU. Il comitato militare congiunto libico (JMC 5+5) ha più volte chiesto che tutte le truppe straniere lascino il Paese una richiesta riaffermata più volte anche dalla Comunità internazionale. L’aggressione russa all’Ucraina ha riacceso l’attenzione mediatica sulla presenza dei mercenari Wagner in Libia che erano intervenuti a sostegno dell’esercito libico orientale di Khalifa Haftar.

Se la Russia ha sempre formalmente negato una presenza militare nel Paese, la Turchia da parte sua affermato di trovarsi in Libia su richiesta del governo internazionalmente riconosciuto. Entrambe le parti hanno largamente impiegato mercenari siriani, la cui presenza è condannata dalla maggioranza dei libici.

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