Giallo petroliera Xelo: mandato di arresto per membri equipaggio

Il pubblico ministero del tribunale tunisino di Gabes ha annunciato l’emissione di mandati di arresto nei confronti dei sette membri dell’equipaggio della petroliera affondata sabato scorso al largo di Gabes, nei cui serbatoi non si è trovata alcuna traccia delle presunte 750 tonnellate di gasolio per le quali si temeva una catastrofe ambientale. Il capitano georgiano della Xelo, quattro marittimi turchi e due azeri, già designati dalla misura restrittiva di divieto di viaggio, dovranno rispondere di formazione di un’organizzazione a delinquere, sabotaggio di una nave e danni a cose altrui e dello Stato.

Il Golfo di Gabes è particolarmente vicino alla Libia, uno dei principali paesi produttori di petrolio della regione, le cui coste sono state teatro di traffici di idrocarburi, in particolare verso Malta, negli ultimi anni.
Alcuni osservatori ritengono che la Xelo possa essere servita da “stazione di servizio” galleggiante per l’approvvigionamento delle imbarcazioni in transito nell’area. In questo contesto, fonti diplomatiche hanno rivelato che il premier libico Abdel Hamid Dabaiba sarà a breve in visita in Tunisia.

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