Incontri tra Mohammed El-Haddad ed Abdul Razak al Nadouri: ulteriori sforzi verso l’unificazione dell’esercito libico

Proseguono incessantemente gli sforzi del Comitato Militare Congiunto (JMC 5+5) che ha sede nella città costiera di Sirte, diventata simbolo della spaccatura tra est ed ovest tra il 2019 e il 2020. Tali sforzi, atti ad unificare l’establishment militare, fondamentale per consolidare la stabilità nel Paese nordafricano martoriato da oltre dieci anni di conflitto civile, hanno visto un nuovo slancio con i colloqui tra il tenente generale Mohammed Al-Haddad, capo dell’esercito occidentale, e il tenente generale Abdel Razak Al-Nadouri, facente le funzioni di comandante in capo dell’esercito orientale, in sostituzione del feldmaresciallo Khalifa Haftar che ha scelto di candidarsi alle elezioni.
Il primo incontro tra i due generali si è svolto senza troppi preavvisi lo scorso 11 dicembre, alla presenza di alcuni ufficiali affiliati alle due parti. “Nessun partito esterno ha nulla a che fare con l’incontro, anzi gli interventi stranieri ci hanno impedito di incontrarci in passato. Ora è arrivata l’opportunità per noi libici di incontrarci direttamente”, ha dichiarato Mohammed Al-Haddad, osservando che l’unificazione dell’istituzione militare richiede una guida politica prudente.

Al-Nadouri, da parte sua, ha descritto l’incontro di dicembre come “molto cordiale” aggiungendo che la comprensione tra le due parti è stata più rapida di quanto si aspettasse il popolo libico. “Noi libici unificheremo l’istituzione militare senza interferenze straniere,” ha aggiunto, rivelando la volontà di voler unificare l’esercito, al più presto, e senza l’interferenza di nessun partito. Meno di un mese dopo, un altro incontro ha riunito gli ufficiali di Tripoli e Rajma per “discutere una serie di questioni di natura militare, alla presenza di un certo numero di funzionari”. I rumors suggeriscono che il secondo incontro nella città di Sirte tra Al-Nadouri e Al-Haddad serva a concordare l’espulsione di un altro lotto di combattenti stranieri.
Il Comitato Militare Congiunto (JMC 5+5) ha ottenuto già diversi successi, compreso e forse il più importante, il cessate il fuoco e la riapertura dei collegamenti tra est ed ovest dopo l’offensiva su Tripoli del 2019 da parte di Haftar. Si tratta, ancora una volta, di prove tecniche per ripristinare la fiducia sebbene gli incontri tra Al-Haddad e Nadouri hanno dimostrato che non esistano grandi differenze a livello personale tra le leadership militari, riconfermando che gli interessi e le agende regionali e internazionali hanno diviso per anni la Libia. Allo stesso tempo, secondo molti analisti, questo fascicolo così complicato e spinoso, è anch’esso soggetto a calcoli internazionali, come unico modo per permettere il ritiro di mercenari, combattenti e forze straniere, in primis di Russia e Turchia, dal suolo libico.
Va ricordato che in passato, ancora prima dell’offensiva a Tripoli, c’erano già stati tentativi in questo senso. Tra il 2017 e il 2018 il Cairo aveva ospitato diversi round per cercare di unificare l’istituzione militare sotto gli auspici del Comitato egiziano sulla Libia. Nel settembre 2020, sempre in Egitto, ad Hurghada, si sono tenuti i colloqui tra delegazioni militari delle forze del Comando Generale e dell’ex Governo di Accordo Nazionale. Proprio da questi colloqui, ha avuto origine il Comitato Militare Congiunto (5+5) col compito di monitorare il cessate il fuoco e il ritiro dei mercenari.