Sud della Libia, situazione COVID-19 tragica. Sabha: “pazienti lasciati morire, non abbiamo ossigeno”

Il Comune di Sabha, nella regione meridionale della Libia, ha denunciato la carenza di ossigeno medicale, ritenendo responsabile il Ministero della Salute. La nota afferma che il Consiglio Municipale sta seguendo “con rammarico” la situazione epidemiologica all’interno del comune e la rapida diffusione del coronavirus nella regione, con un aumento esponenziale di pazienti ricoverati nei centri di isolamento e la mancanza di ossigeno per il loro trattamento.

Ha spiegato che nonostante la produzione continui nell’arco delle ventiquattro ore, le fabbriche della città di Sabha non riescono a coprire i fabbisogni, indicando di aver avvertito ripetutamente il Ministero della Salute e i dicasteri responsabili della gran perdita di vite umane a causa della mancanza di ossigeno e di medicinali, “ma non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta, Sabha e il Fezzan sono rimasti soli di fronte all’epidemia”.

Mentre il Consiglio ha ritenuto il Ministero della Salute pienamente responsabile, lo ha invitato a svolgere i propri compiti, assumersi le proprie responsabilità, fornire un sostegno immediato alla città di Sabha e salvare la vita dei cittadini. Ieri, la portavoce del Sabha Medical Center, Halima Al-Maheri, ha affermato che i pazienti in isolamento sono stati “lasciati soffocare in letti bianchi”, a causa della mancanza di ossigeno. Al-Maheri ha descritto una situazione drammatica per i pazienti e per i lavoratori dell’ospedale.

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