Il 2 luglio udienza in Cassazione sul caso dei calciatori libici accusati in Italia di traffico di esseri umani e omicidio

E’ stata fissata per il 2 luglio l’udienza in Cassazione sul caso dei ragazzi partiti sei anni fa dalla Libia e condannati in Italia a 30 anni di carcere come assassini e trafficanti di migranti nell’ambito di una storia – la cosiddetta ‘Strage di Ferragosto’ raccontata nel film ‘Fuocoammare’ – che nei mesi scorsi si è intrecciata con quella degli equipaggi dei pescherecci italiani.

Un anno fa la Corte di Assise di Appello di Catania ha confermato la sentenza del dicembre 2017, nei confronti di Abd Arahman Abd Al Monsiff, Tarek Jomaa Laamami e Alla F. Hamad Abdelkarim, tre amici di Bengasi che sognavano una carriera calcistica in Europa, e di Isham Beddat e Mohannad Jarkess.

La Libia ha sempre sostenuto la loro innocenza e le famiglie continuano a chiedere che i giovani vengano giudicati in patria. Diverse evidenze sostengono la tesi che i giovani non abbiano nulla a che fare con le reti di trafficanti dalla Libia. L’avvocato Michele Andreano, intervenuto solo in Cassazione su incarico dell’ambasciata libica a Roma per la difesa di Abd Arahman Abd Al Monsiff insieme all’avvocato Francesco Turrisi di Catania e nominato più di recente anche per Mohannad Jarkess, sostiene che “i buchi delle due sentenze siano clamorosi”.

I ragazzi rischiano 30 anni di carcere. “Si tratta di decidere davvero di una vita,” ha dichiarato l’avvocato Andreano ad ADN Kronos. In passato, l’avvocato ha anche difeso Khadiga Shabbi, la ricercatrice universitaria libica di Bengasi accusata di istigazione al terrorismo e assolta con formula piena dalla Corte d’Assise di Palermo 

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