Il Consiglio Sociale Tuareg in Libia sostiene la nomina di Fathi Bashagha a nuovo Primo Ministro

Di Vanessa Tomassini.
Il Consiglio delle tribù Tuareg in Libia ha rilasciato domenica 15 novembre alcune raccomandazioni indirizzate ai settantacinque partecipanti al Libyan Political Dialogue Forum in Tunisia, i quali sono entrati nelle fasi finali delle discussioni sulla formazione di un nuovo esecutivo che metta fine al periodo di transizione.
“Chiediamo al prossimo governo di adottare misure urgenti per mettere in atto una soluzione radicale agli ostacoli dei diritti umani che le nostre famiglie che hanno documenti temporanei hanno vissuto nell’Autorità di stato civile e ci congratuliamo con gli sforzi del dialogo politico libico che sta attualmente prendendo luogo nella vicina Tunisia e la sua adozione il 24/12/2021 come data per le elezioni al fine di terminare le fasi di transizione”. Ha dichiarato il Consiglio in una nota.
“Chiediamo inoltre al Comitato di dialogo politico di completare rapidamente il lavoro affidatogli nella formazione di un consiglio presidenziale e un forte Governo nazionale che svolge il proprio lavoro in modo indipendente e professionale nella gestione di fascicoli urgenti, inclusi i fascicoli di famiglie libiche limitate nell’interesse dello stato civile, come il resto dei libici, è privato della partecipazione al processo elettorale, il che è una chiara violazione delle leggi libiche e internazionali in vigore”. Ha aggiunto il Consiglio.
Le tribù Tuareg hanno concluso affermando: “In questa storica occasione, annunciamo il nostro sostegno e la nostra raccomandazione affinchè il signor Fathi Bashagha assumi la carica di Primo Ministro nel prossimo governo”. Il consiglio ha motivato la sua scelta sottolineando che Bashagha gode di competenza e patriottismo, oltre ad aver valutato i risultati raggiunti “durante il suo mandato come ministro degli Interni in fasi molto difficili”. Secondo il Consiglio Tuareg, tutto ciò consentirebbe a Bashagha “di sviluppare l’apparato di polizia, aumentare le capacità dei servizi di sicurezza come base per costruire uno stato civile lontano dal regionalismo e dalle controversie politiche”.
