Aspettative e timori alla vigilia del dialogo libico in Tunisia

Di Vanessa Tomassini.
Tunisi, 8 novembre 2020 -La Tunisia ha rafforzato le misure di sicurezza in occasione del dialogo libico che si sta svolgendo in queste ore presso l’Hotel Four Seasons, in Gammarth, a nord della capitale Tunisi. I settantacinque delegati che hanno accettato di mantenere la riservatezza sulle discussioni in corso si sono riuniti sotto gli auspici della Missione delle Nazioni Unite di Sostegno in Libia (UNSMIL) in presenza dell’inviata speciale Stephanie Williams. La quale, sabato, ha descritto un clima estremamente positivo tra le delegazioni giunte da tutto il Paese per discutere del futuro della Libia e delle modalità con cui raggiungere un nuovo esecutivo in grado di servire gli interessi del Paese fino alle elezioni generali.
In molti sostengono che l’attuale premier verrà affiancato da due nuovi vice al Consiglio presidenziale, mentre non sono stati ancora rivelati i meccanismi per la selezione del gabinetto di Governo, un Primo Ministro e due vice che garantiscano una equa rappresentanza delle tre regioni storiche della Libia: Tripolitania, Cirenaica e Fezzan. Nonostante le pressioni, sembra non esserci alcuna certezza sui candidati e le discussioni informali si stanno concentrando su tre macro-aree: politica, economica e diritti umani. Tra le questioni che sarebbero state affrontate nelle scorse ore quella dei numeri nazionali. Se Serraj aveva in un primo momento annunciato la volontà di lasciare il potere entro la fine di ottobre, si fanno sempre più insistenti le voci che lo vedono proseguire nel suo ruolo di Presidente del Consiglio Presidenziale per il tempo necessario ad organizzare le elezioni, massimo diciotto mesi, sebbene fossero state auspicate dallo stesso Premier entro Marzo 2021.
I settantacinque delegati si sono anche impegnati a non ricoprire alcun ruolo politico per il prossimo periodo di transizione. Dalla Libia sono anche arrivate richieste da parte di attivisti e personalità della società civile, che chiedono ai delegati di concentrare i loro sforzi sulla bozza costituzionale, sottolineando che solo una Costituzione per la Libia permetterà al Paese di raggiungere stabilità. “Penso che ci troviamo in un momento importante sulla via della Libia verso un futuro più stabile, e ritengo che i partecipanti abbiano un’opportunità particolare, che non abbiamo visto dal 2014,” ha detto Stephanie Williams, parlando ai media. Secondo il capo ad interim dell’UNSMIL, “le conclusioni del Dialogo di Tunisi includeranno la necessità di accordarsi su di una determinata roadmap che porterà i libici alle elezioni su base costituzionale, al fine di risolvere la crisi di legittimità che sta interessando le istituzioni statali”. Le elezioni, dunque, restano l’obiettivo principale e costante del dialogo politico libico in corso.
La Missione ha anche confermato l’importanza di proseguire con il dialogo militare. Dopo che il maresciallo Khalifa Haftar ha accettato i punti concordati nei colloqui della Commissione militare congiunta (5+5), Sirte si sta preparando ad ospitare il Comitato dei Dieci. Williams ha ribadito che le parti libiche hanno concordato sulla necessità che mercenari e forze straniere lascino immediatamente il Paese, entro un massimo di tre mesi e su questo attendono una risoluzione vincolante da parte del Consiglio di Sicurezza ONU, un punto che verrà ribadito anche nell’accordo finale del vertice in Tunisia. I lavori prenderanno ufficialmente il via lunedì mattina. Intanto, i membri dell’Alto Consiglio di Stato e della Camera dei Rappresentanti che si erano precedentemente incontrati a Malta hanno fatto sapere di essere pronti ad offrire un percorso alternativo a guida libica, qualora il processo sponsorizzato dall’UNSMIL dovesse vacillare.