Coordinatore ONU in Libia: responsabili della strage di migranti vengano perseguiti

Yacoub el-Hillo, coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, si è detto scioccato per quanto accaduto mercoledì in un magazzino di contrabbando a Mezda, dove 30 migranti, 26 originari del Bangladesh e 4 africani, sono stati uccisi dalle milizie e altri 11 feriti. 

Secondo i rapporti delle ONG operative nell’area, a sud di Tripoli, una protesta sarebbe iniziata da uno sparo che ha ferito un migrante. Il gruppo, a sua volta, ha ucciso uno dei trafficanti, infine, la vendetta delle milizie locali. “I corpi portano ferite inimmaginabili”. Un attivista ha riferito.

El-Hillo ha chiesto al Governo di Accordo Nazionale (GNA), che ancora controlla l’area, di garantire che i trafficanti di esseri umani non siano autorizzati a proseguire con i loro atti disumani e degradanti. “Tale crimine atroce e spietato contro le persone indifese dovrebbe essere immediatamente indagato e i responsabili devono essere assicurati alla giustizia”.  Ha aggiunto il coordinatore.

“I centri di detenzione gestiti da queste reti criminali, come quello di Mezda -ha proseguito – sono diffusi in Libia e testimoniano l’abuso, lo sfruttamento, l’estorsione e la violenza contro i migranti. È solo un esempio dei molti rischi che i migranti affrontano nel paese”. 

Secondo l’ONU, ci sono oltre 654.000 migranti e rifugiati in Libia; molti dei quali affrontano detenzione arbitraria, violenza di genere, lavoro forzato, estorsione e sfruttamento. El Hillo ha dichiarato: “In Libia, la detenzione arbitraria continuata di migliaia di migranti e rifugiati sia nei centri ufficiali che nei siti di contrabbando informali è una preoccupazione fondamentale. È deplorevole vedere che i diritti umani fondamentali dei migranti a Mezda non sono stati rispettati e che la mancanza di rispetto per la loro sicurezza ha portato a questa insensata atrocità”.  

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