Bathily al Consiglio di Sicurezza, “un governo unificato è imperativo per portare la Libia alle elezioni”

“La Libia ha più che mai bisogno di chiudere l’attuale pagina di frammentazione istituzionale. I cittadini desiderano istituzioni politiche, militari, di sicurezza, economiche e sociali unificate per salvaguardare l’integrità territoriale e l’identità nazionale del Paese. A questo proposito, un governo unificato, concordato dai principali attori, è un imperativo per portare il paese alle elezioni”. Lo ha dichiarato il rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite e capo di Unsmil, Abdoulaye Bathily, durante il suo briefing al Consiglio di Sicurezza.
L’inviato ha ricordato che “La fragile stabilità che prevaleva a Tripoli dall’agosto 2022 è stata infranta dai feroci scontri armati del 14 e 15 agosto tra l’Apparato di deterrenza per la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo (DACOT) e la Brigata 444, i due più grandi gruppi armati della capitale. Gli scontri sono stati innescati dall’arresto da parte della DACOT del comandante della Brigata 444 all’aeroporto di Mitiga, presumibilmente per rivalità personali. Negli scontri sarebbero morte almeno 55 persone e oltre un centinaio sarebbero rimaste ferite, tra cui un numero imprecisato di civili. Fortunatamente, altri gruppi armati a Tripoli e nei suoi dintorni hanno scelto di rimanere neutrali, impedendo così il diffondersi dei combattimenti”.
Secondo Bathily, “Questi sviluppi sottolineano l’assenza di comando e controllo sul frammentato apparato di sicurezza nella Libia occidentale e lo stato precario della situazione di sicurezza. Essi minano gli sforzi in corso per coltivare un ambiente di sicurezza favorevole alle elezioni ed evidenziano l’urgenza dell’istituzione di autorità legittime e di istituzioni militari e di sicurezza unificate nel paese. I gruppi armati e gli attori della sicurezza che commettono violenze contro i civili devono essere ritenuti responsabili”.
“Rimango preoccupato – ha aggiunto – per la grave situazione umanitaria e dei diritti umani di migranti, rifugiati e richiedenti asilo al confine tra Tunisia e Libia. Nonostante prendo atto del recente accordo delle autorità tunisine e libiche per ricollocare diverse centinaia di persone, le persone continuano a essere spinte oltre confine in remote aree desertiche, affrontando condizioni terribili senza accesso a cibo e acqua. Chiedo di porre fine alle espulsioni ed esorto le autorità tunisine e libiche a garantire che le persone vengano inviate in luoghi sicuri e a consentire alle Nazioni Unite e ai partner umanitari l’accesso a tutti i luoghi”.