Mobilitazioni militari rischiano di far saltare il dialogo in Libia

Fonti locali hanno riferito a “Speciale Libia” che il premier nel governo di unità nazionale, Abdel Hamid Dabaiba, ha mobilitato nuovamente un gran numero di forze militari ed equipaggiamenti verso Ghadames e Zintan, in risposta ai sospetti assembramenti di forze affiliate al generale Osama Al-Juwaily. Gli osservatori della scena libica temono che queste mobilitazioni possano far saltare il dialogo proposto dal rappresentante Onu e capo di Unsmil, Abdoulaye Bathily.

Dopo gli scetticismi iniziali, la Camera dei Rappresentanti (HoR) ha nominato tre parlamentari incaricati di partecipare al dialogo con le altre istituzioni per la formazione di un nuovo governo unificato. Tuttavia Al Dabaiba, pur esprimendo volontà di partecipare all’iniziativa di Unsmil, sembrerebbe pronto a ricorrere alla forza per mantenere lo status quo. Il premier ha più volte dichiarato che cederà il potere solamente ad un governo eletto.

D’altra parte, l’iniziativa lanciata da Bathily ha suscitato diverse critiche per non aver coinvolto l’esecutivo dell’est guidato da Osama Hamad. Inoltre, ad oltre due settimane dall’invito al dialogo, non ci sono passi concreti che lascino delineare tempi e scopi di una chiara road map.

La Libia è precipitata nel caos dopo il rovesciamento del regime del colonnello Muammar Gheddafi nel 2011. Dopo anni spesi senza una reale soluzione duratura da parte dei paesi occidentali, altri attori, primi tra tutti Russia e Turchia, hanno esteso la propria influenza sul Paese nordafricano. Se con Dabaiba, il Paese ha tenuto una postura poco chiara dialogando con tutti gli attori coinvolti, il prossimo esecutivo rischia di cambiare nuovamente le alleanze e la sua postura internazionale in un contesto in continua evoluzione.

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