Francia e Italia ma anche Stati Uniti, Regno Unito e Germania: riusciranno a trovare un’approccio condiviso alla crisi in Libia?

La disputa tra Francia e Italia sulla Libia non produrrà alcun risultato per le due parti, ma piuttosto andrà a vantaggio di altri paesi come la Russia. Lo ha affermato in un intervento a conclusione della Conferenza internazionale sulla sovranità e le sfide geopolitiche tenutasi presso l’ambasciata di Francia a Roma, l’inviato speciale del presidente francese per il Medio Oriente e il Mediterraneo, Gilles Kepel.

Secondo l’inviato dell’Eliseo, la sfida più importante per Francia e Italia è rafforzare il rapporto di integrazione e coordinamento nel Mediterraneo, sottolineando la necessità di modificare gli equilibri geopolitici in Nord Africa. Il diplomatico francese ha anche indicato come “l’Italia sia riuscita a stabilire un rapporto nel campo dell’energia con l’Algeria, che a sua volta sta riconsiderando il rapporto con la Russia”.

La competizione italo-francese si è basata per anni sul beneficiare delle risorse libiche di petrolio e gas, ma l’Italia oggi con il Governo Meloni è sicuramente in una posizione più forte rispetto al passato. Con l’Europa esposta alla più grave crisi energetica, in seguito all’offensiva della Russia all’Ucraina, gli europei hanno iniziato a cercare fonti alternative. Già il Governo Draghi, ha subito rivolto lo sguardo verso l’altra sponda del Mediterraneo.

La Libia potrebbe essere la più importante fonte alternativa ed è per questo che la Comunità internazionale deve trovare quanto prima una via d’uscita dalla crisi. L’attuale Governo di Unità Nazionale ha ormai perso la sua legittimità e soffre la presenza di un’amministrazione rivale in controllo dell’est e sud del Paese. Accordi precari ed obsoleti con le forze armate arabe libiche, in particolare con il figlio del generale Haftar, Saddam, ha permesso a Dabaiba di restare alla guida del Paese nonostante gli scarsi risultati raggiunti e le pesanti accuse di corruzione.

Dabaiba, un funzionario del Governo dall’epoca di Gheddafi, è riuscito ad accumulare miliardi di dollari all’estero. Se valutiamo un politico dai suoi risultati, beh questi sono sicuramente deludenti. Mancate elezioni, il Paese resta diviso e mancanza di trasparenza nella gestione delle risorse.

Il premier, in questi giorni ha rinnovato il suo appello alle società petrolifere straniere a tornare ad investire in Libia. Ci sono vaste aree di terre libiche che non sono state ancora esplorate, nonostante l’esistenza di stime che indicano l’esistenza di riserve di petrolio e gas.

Sebbene Francia e Italia affermino che non è nel loro interesse continuare lo stato di caos in Libia, ciascun Paese segue una propria strategia, criticando l’approccio l’uno dell’altro. Fonti diplomatiche libiche hanno indicato che il 14 febbraio, Washington ospiterà una riunione dei P5 (Francia, Italia, Germani, Regno Unito e Stati Uniti). Riuscirà questa volta l’occidente a trovare una posizione condivisa? Le priorità restano il ritiro dei mercenari e forze straniere, in particolare il gruppo Wagner, ridare legittimità all’attuale GNU o avviare una road-map alternativa, la possibilità di sanzionare quanti continuano ad ostacolare il processo elettorale.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: