Lockerbie. Abu Ajila Masoud consegnato alle autorità americane

Il cittadino libico accusato di aver fabbricato la bomba che distrusse il volo Pan Am 103 nei cieli di Lockerbie in Scozia 34 anni fa è nelle mani delle autorità americane. Gli Usa ricercavano Abu Agila Masud da due anni, sostenendo che avesse avuto un ruolo chiave nell’attentato del 21 dicembre 1988. Lo rivela oggi la Bbc.
Il mese scorso, le autorità libiche compreso il Ministero della Giustizia nel governo di Unità Nazionale, si erano sollevate contro l’estradizione di Masud dopo che si era diffusa la notizia della sua sparizione in Libia, e si ipotizzò che il sospettato sarebbe stato consegnato alle autorità americane per essere processato da parte della Joint Force di Misurata.
Il caso “Lockerbie” si è concluso con il pagamento da parte della Libia di 2,7 miliardi di dollari di risarcimento alle famiglie delle vittime. Le agenzie investigative americane, britanniche e scozzesi dopo trent’anni sono ancora al lavoro per completare le indagini sul caso e sia Dabaiba che Mangoush si erano in passato detti disponibili a collaborare sul caso, attirandosi molte critiche da parte dei libici.
Il 21 dicembre 1988, alle 19:03 ora locale, una bomba ha distrutto il volo Pan Am 103 mentre volava a 31.000 piedi sopra Lockerbie, in Scozia. Il massiccio Boeing 747, noto come “Clipper Maiden of the Seas”, è esploso ed è caduto a terra in innumerevoli pezzi sparsi su 840 miglia quadrate, quasi l’intera larghezza della Scozia.
L’esplosione ha ucciso tutte le 259 persone a bordo: 243 passeggeri e 16 membri dell’equipaggio, inclusi 190 americani. La caduta di detriti ha causato la morte di 11 residenti di Lockerbie a terra, proprio nel momento in cui erano a casa e si sedevano a cena. L’attentato di Lockerbie rimane l’attacco terroristico singolo più mortale nella storia del Regno Unito e il secondo attacco terroristico più mortale nella storia americana, dopo l’11 settembre.
Immediatamente dopo l’attentato, l’FBI ha collaborato con le forze dell’ordine scozzesi per indagare. Quell’indagine congiunta ha portato alla presentazione delle accuse nel 1991 contro due ufficiali dell’intelligence libica. L’indagine aveva già allora indicato la presenza di un terzo cospiratore, Abu Ajila Masoud, ma all’epoca gli investigatori non erano in grado di identificare o localizzare questa terza persona.
Nel 2020 il procuratore generale Barr ha affermato: “Non ci siano errori: nessuna quantità di tempo o distanza impedirà agli Stati Uniti e ai nostri partner scozzesi di perseguire la giustizia in questo caso.
Ben oltre un terzo degli americani vivi oggi non era nato o non era abbastanza grande per ricordare l’abbattimento del Pan Am 103. Ma per quelli di noi che ricordano il tragico evento e le immagini iconiche delle sue conseguenze, alcune delle quali sono mostrate qui oggi, questo è per sempre impresso nei nostri ricordi. I passeggeri e l’equipaggio a bordo del volo provenivano da 21 paesi in tutto il mondo. Ma il contingente di gran lunga più numeroso sul volo era costituito da americani, tra cui un gruppo di 35 studenti all’estero della Syracuse University che stavano tornando a casa per trascorrere il Natale con le loro famiglie”.
L’impianto accusatorio afferma che attraverso i registri di viaggio, il 14 dicembre 1988, il signor Masud vola da Tripoli, in Libia, a Malta. Sei giorni dopo, il 20 dicembre 1988, i suoi complici Fhimah e Megrahi, anch’essi viaggiarono da Tripoli a Malta. Nell’atto d’accusa si afferma che a quel tempo tutti i cospiratori lavorarono insieme per armare l’ordigno esplosivo nella valigia, e usarono indumenti di un negozio di abbigliamento di Malta, da Mary, per nascondere la cassetta Toshiba che conteneva la bomba.
Lo stesso Masud confermò di aver armato l’ordigno il 21 dicembre 1988, lo consegnò ai suoi complici, e Fhimah lo mise sul volo da Malta a Francoforte, e poi a un volo di collegamento che ha messo quella valigetta Samsonite sul Pan AM 103 all’aeroporto di Heathrow.