Tra le polemiche Libia e Turchia firmano memorandum d’intesa su idrocarburi, sicurezza e media

Libia e Turchia hanno firmato oggi nella capitale libica Memorandum d’Intesa riguardanti idrocarburi, cooperazione in materia di sicurezza e media. Una mossa che sta già suscitando diverse polemiche sia tra i partiti interni, sia tra gli attori stranieri coinvolti in Libia.

Il primo ministro del governo libico di unità nazionale Abdul Hamid Al-Dabaiba ha ricevuto una delegazione turca di alto livello guidata dal ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, i ministri della Difesa Hulusi Akar, dell’Energia, Fatih Donmez, e del Commercio, Mehmet Muş, oltre al capo di stato maggiore generale Yasar Guler, e Fahrettin Altun, capo del dipartimento di comunicazione della presidenza turca e il consigliere senior del presidente Ibrahim Kalin.

Una nota di Tripoli ha indicato che si è tenuto un incontro allargato alla presenza dei ministri degli Affari Esteri Najla Al-Manqoush, del designato ministro dell’Oil and Gas, Muhammad Al-Hawij, in sostituzione di Mohamed Haoun, dei ministri di Stato per la Comunicazione e degli Affari Politici Walid Al-Lafi, degli affari di gabinetto e del primo ministro, Adel Juma’a, il Governatore della Banca Centrale della Libia Al-Siddiq Al-Kabir e il Capo di Stato Maggiore, il Generale Mohammed Al-Haddad.

L’incontro ha affrontato i preparativi per lo svolgimento del Consiglio strategico a Tripoli e del Forum di partenariato libico-turco che darà il via a una serie di importanti progetti strategici. Al termine, sono stati firmati protocolli d’intesa nei settori della formazione sulla sicurezza, dell’energia petrolifera e dei media, nell’ambito del rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi.

Durante la sua visita, Cavusoglu ha incontrato il primo ministro libico Abdul Hamid Dbeibeh presso la sede del governo, dove si è svolta la cerimonia della firma. L’accordo ha suscitato polemiche prima dell’arrivo di Cavusoglu, quando il ministro del petrolio libico, Mohamed Aoun, ha rivelato che i suoi stessi compiti di ministro erano stati assegnati al ministro dell’Economia, Muhammad Al-Huwayj, da Dabeiba dopo che il primo aveva espresso osservazioni sugli accordi.

La presidenza della Camera dei Rappresentanti (HoR) ha già descritto gli accordi come illegali in quanto il testo dei Memorandum non sono stati prima visionati e votati dal Parlamento libico. Il Governo designato dallo stesso Parlamento, guidato dall’ex ministro dell’Interno, Fathi Bashagha, ha anche denunciato la firma dei memorandum accusando la Turchia di negoziare con un’esecutivo il cui mandato e legittimità sono scaduti. In una dichiarazione, l’esecutivo di Bashagha ricorda inoltre che l’articolo 6 della road map approvata dal Libyan Political Dialogue Forum prevede che il Governo di Unità Nazionale non possa firmare accordi a lungo termine con Paesi stranieri.

L’articolo 6 paragrafo 10 della “Road-map per la fase preparatoria di una soluzione globale” sulla base della risoluzione 2510 (2020) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che recepisce le conclusioni della Conferenza di Berlino tenutasi nel gennaio 2020, chiedendo la creazione di un Consiglio di Presidenza e di un governo di unità nazionale al fine di spianare la strada alla fine del periodo di transizione attraverso elezioni presidenziali e parlamentari libere, trasparenti e credibili, afferma che “durante la fase preparatoria, l’autorità esecutiva non prende in considerazione accordi o decisioni nuovi o precedenti che pregiudichino la stabilità delle relazioni estere dello Stato libico o imponga allo stesso obblighi a lungo termine”.

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