Preoccupazione per un giovane libico orfano immigrato illegalmente in Italia, l’appello della famiglia: “necessita cure urgenti”

“Si prega di trasmettere la nostra voce alle autorità competenti. Chiediamo la liberazione di un giovane libico di nome Ahmed Fayez Jumaa, classe 1994. Con un equipaggio egiziano, è fuggito in Italia dalle coste libiche il 15 novembre 2021. Il gruppo è stato arrestato in Italia dalle autorità italiane e messo in carcere e, dopo un po’, alcune persone dell’equipaggio egiziano sono state rilasciate”. Afferma un accorato appello ricevuto dalla Libia.

Secondo la ricostruzione, due persone sarebbero state arrestate insieme al giovane libico Ahmed. Questi due individui avrebbero presentato una falsa testimonianza che Ahmed, orfano di padre e di madre, sarebbe stato il comandante della barca, per ritenerlo pienamente responsabile.

Lo zio ci ha mostrato certificati medici che certificano che Ahmed soffre di disordini psicologici, è incapace di intendere e di volere e gli è stata riconosciuta l’incapacità a lavoro (disabilità). Questo significherebbe che non può difendersi nel caso in cui è accusato. Temono inoltre che non parlando l’italiano, le autorità non comprendano i disagi del giovane Ahmed.

E’ molto importante che la prigione di Crotone dove Ahmed sarebbe attualmente detenuto sappia che il ragazzo soffre di problemi di salute (tromboembolia cronica) e non è attualmente in cura con eparina.

Lo zio racconta che la prima volta che Ahmed si è messo in contatto con lui, era in Italia presso un centro allestito dalla Croce Rossa. Sostiene che tutte le parti che sono state contattate non forniscono informazioni o soluzioni, e hanno affermato che la questione è di competenza del Consolato libico a Palermo.

La famiglia e gli attivisti che ci hanno contattato chiedono a tutte le autorità libiche ed italiane di interessarsi a questo caso affinché il giovane possa fare prima possibile ritorno a casa. “Da un punto di vista umanitario vanno prese in considerazione le sue condizioni di salute, il suo stato di salute monitorato e un avvocato a lui affidato tramite il Consolato libico. Oltre a un traduttore che può capirlo bene e comprendere le sue condizioni di salute per poterlo liberare”. Aggiunge l’appello.

Chiunque abbia informazioni su questo caso è pregato di mettersi in contatto con noi scrivendoci a: redazione@specialelibia.it

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