I 5 ufficiali del Comitato Militare Congiunto per la Libia orientale chiedono il pagamento dei salari e avvertono UNSMIL

I rappresentanti del Comando generale delle forze armate arabe del feldmaresciallo Khalifa Haftar nel Comitato militare congiunto (JMC 5 + 5) hanno chiesto in un comunicato che vengano pagati i salari dei membri delle forze armate senza alcun ulteriore ritardo e che i politici non interferiscano nel lavoro del comitato.

I membri del JMC 5+5 per la regione orientale avvertono che la prosecuzione del governo di unità guidato da Abdel Hamid al-Dabaiba, che ha trattenuto e fermato il pagamento degli stipendi da tre mesi, con il mese sacro per i musulmani del Ramadan alle porte, potrebbe portare al crollo della pista militare e un ritorno a caos, divisione e instabilità.

Hanno sottolineato che tutto questo è responsabilità diretta del governo e del suo presidente, Abdel Hamid Dabaiba. I cinque ufficiali hanno indirizzato la dichiarazione al popolo libico e alla Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) “affinché abbiano una posizione chiara nei confronti di questo governo e del suo comportamento irresponsabile”.

La dichiarazione ribadisce che il comando generale delle forze armate ha presentato tutti i dati, compresi i numeri nazionali dei propri affiliati all’autorità di controllo amministrativo, che a sua volta ha esaminato e verificato la loro autenticità, e tutti gli importi precedentemente erogati sono stati regolati con il controllo dei servizi finanziari di Bengasi. Con sei mesi di stipendio non pagati, Dabaiba aveva proceduto al pagamento di tre mesi arretrati tra gennaio e febbraio, chiedendo che tutti i gruppi armati fornissero i numeri nazionali dei giovani arruolati nelle proprie file.

Il JMC 5+5 ha la sua sede nelle città di Sirte, esso rappresenta il maggiore successo finora raggiunto verso l’unificazione dell’establishment militare e il rispetto del cessate il fuoco tra est ed ovest della Libia. Dopo segnali incoraggianti, la rinnovata divisione politica con la nomina di un nuovo esecutivo e il rifiuto di Dabaiba di cedere il potere, stanno influenzando e mettendo a rischio i risultati finora raggiunti. Dalla caduta di Muammar Al-Gheddafi nel 2011, la Libia non ha un vero e proprio esercito, ma conta una galassia di formazioni armate ed agenzie di sicurezza con eterogenei comandanti ed obiettivi diversi.

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