Ambasciatore UE in Libia invita tutte le istituzioni ad evitare ulteriori divisioni e preservare la pace

L’ambasciatore dell’Unione europea in Libia, Jose Sabadell, ha invitato tutte le istituzioni ad evitare ulteriori divisioni nell’attuale fragile contesto che il Paese nordafricano sta attraversando. Ciò è avvenuto dopo un incontro martedì tra il Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale, Abdel Hamid Al-Dabaibah, e l’ambasciatore dell’Unione europea. “Abbiamo discusso della cooperazione con l’Unione europea e dell’attuale situazione politica. Abbiamo sottolineato la necessità di stabilità per consolidare la pace”. Ha dichiarato Al-Dabaibah in una nota di Tripoli.
Il presidente del Consiglio presidenziale, Muhammad Al-Manfi, in un incontro separato ha discusso con l’ambasciatore UE l’agenda del prossimo vertice afro-europeo a Bruxelles. Commentando l’attuale situazione politica in Libia, Al-Manfi ha affermato che il problema ora è legale e costituzionale, sottolineando la necessità di affrontarlo il prima possibile, aggiungendo che il Consiglio di Presidenza considera le elezioni l’unica via d’uscita percorribile e la soluzione alla crisi.
Manfi ha ribadito che il Consiglio presidenziale libico è alla stessa distanza da tutti i partiti e istituzioni, ponendo tra le sue priorità l’attuazione del progetto di riconciliazione nazionale, evidenziando la necessità di procedere quanto prima con elezioni parlamentari e presidenziali conformemente a quanto stabilito dal processo di Berlino e dal Libyan Political Dialogue Forum a Ginevra.
Ha rivelato inoltre che il Consiglio di presidenza prosegue i suoi sforzi per un quadro generale e pratico per l’espulsione dei mercenari da tutta la Libia collaborando con paesi partner e rifiutando, allo stesso tempo, qualsiasi interferenza straniera negli Affari interni del proprio Paese. Per quanto riguarda il dossier dell’immigrazione clandestina, il capo del Consiglio presidenziale ha confermato che si tratta di una sfida comune: la Libia è la porta dell’Africa per gli europei e dell’Europa per gli africani.