Tutto sulle elezioni in Libia. Intervista ad Emad Al Sayah, presidente HNEC

Di Vanessa Tomassini.

Tutti si stanno chiedendo se i libici potranno andare al voto il 24 dicembre. Molte incognite continuano ad avvolgere il Paese nordafricano e, come spesso accade nella grande sofferenza, è difficile credere che siamo vicini ad una soluzione. In questa intervista, il Dr. Emad Al-Sayah, presidente dell’Alta Commissione Elettorale Nazionale Libica (HNEC), ci spiega tutto quello che c’è da sapere sulle imminenti elezioni libiche.

Innazitutto, Dr. Emad Al-Sayah, grazie per aver accettato questa intervista. Pensa che i libici andranno a votare il 24 dicembre o si aspetta dei ritardi?

“Stiamo ancora lavorando al 24 dicembre per essere il giorno in cui i libici procedono verso le urne e secondo il nostro piano di attuazione, non ci saranno ritardi”.

Perché HNEC non ha ancora pubblicato il calendario delle elezioni?

“Abbiamo già una bozza per il piano di attuazione che si concentra sul 24 dicembre per essere il giorno delle votazioni e per continuare a completare tutte le fasi del processo elettorale. Una volta che i nostri partner (Alto Consiglio della Magistratura e Ministero della Salute) saranno pronti, annunceremo la tempistica e avvieremo l’effettivo processo di attuazione”.

Quale sarà il meccanismo di voto per le elezioni parlamentari e presidenziali?

“Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, il Paese avrà un collegio elettorale in cui tutti i candidati competono tra loro. Il vincitore è quello che ottiene il 50%+1 durante il 1° round. Nel caso in cui nessun candidato abbia ottenuto la suddetta percentuale, si procederà ad un secondo turno, i due candidati che otterranno il maggior numero di voti si sfideranno tra loro, poi vincerà il candidato che avrà ottenuto il maggior numero di voti. Per quanto riguarda le elezioni parlamentari, il Paese sarà diviso in (75) circoscrizioni, il sistema individuale sarà quello di maggioranza, dove vincerà il candidato che otterrà il maggior numero di voti nella sua circoscrizione”.

Cosa ne pensa della legge elettorale emanata da Aguila Salah e dalla Camera dei rappresentanti (HoR)?

“La Camera dei Rappresentanti è l’Autorità Legislativa, sulla base della Dichiarazione Costituzionale, emessa il 3 agosto 2011. Le leggi emesse dall’HoR sono applicabili, tecnicamente; anche se ci sono stati pochi problemi tecnici per cui abbiamo richiesto degli emendamenti. Tuttavia, il Parlamento ha risposto a loro di recente”.

Cosa ne pensa delle obiezioni presentate da Khaled Al Meshri e dall’Alto Consiglio di Stato (HCS)?

 “È normale avere degli oppositori all’interno del processo politico, è un sano fenomeno democratico. Chi si oppone, può rivolgersi alla magistratura, per affrontare le questioni tra i politici. La magistratura è l’unica garanzia che il processo democratico proceda civilmente lontano da fenomeni negativi”.

Com’è il suo rapporto con Aguila Salah? E con Khaled Al-Meshri?

“Il mio rapporto professionale con tutti gli attori politici è buono in una certa misura. Cerchiamo di evitare il più possibile le controversie personali, in modo che non pregiudichino o danneggino la trasparenza e la credibilità del nostro lavoro o che la gente perda fiducia in noi”.

Al di là delle dichiarazioni, crede che il governo di unità nazionale stia facendo tutto il necessario affinché le elezioni si svolgano in tempo il 24 dicembre?

“A causa del duro conflitto politico tra tutti gli attori, la posizione del governo nei confronti del processo elettorale è ambigua. Tuttavia, riteniamo ciò un ostacolo all’attuazione dei nostri compiti e responsabilità verso il 24 dicembre”.

Quali sono i passaggi mancanti per l’apertura delle candidature alla carica di presidente?

“Manca la disponibilità dell’Alto Consiglio della Magistratura per l’istituzione delle commissioni di impugnazione e del Ministero della Salute per l’istituzione delle commissioni mediche per il controllo dell’idoneità sanitaria dei candidati. Tuttavia, durante questa settimana, ci aspettiamo uno sviluppo verso l’istituzione di questi comitati”.

Stiamo assistendo a tensioni e incidenti di sicurezza nella regione occidentale; crede che siano legate alle prossime elezioni? Secondo lei potrebbe esserci un’escalation?

“Le tensioni di sicurezza non sono un fenomeno nuovo, si verificano sempre tra i gruppi armati, a causa dell’assenza di coordinamento della sicurezza tra il governo e le sue varie istituzioni di sicurezza, che è strettamente limitato e in determinate aree”.

Quando ha ricevuto la legge elettorale presidenziale dall’HoR ha ricevuto pressioni? E quali sono state le reazioni dei gruppi armati?

“Noi siamo l’organismo tecnico. La nostra missione si limita ad attuare il processo elettorale che l’Autorità Legislativa approva. Ci sono molte pressioni su di noi da diversi attori; tuttavia, ciò che ci sta a cuore di più è la pressione imposta dal popolo libico e la sua insistenza per attuare le elezioni in tempo. Che le elezioni siano riuscite o meno, ci sono preoccupazioni per quanto riguarda alcuni gruppi armati, a causa dei risultati elettorali e di come sarà la situazione politica dopo le elezioni”.

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