46 membri del dialogo politico libico (LPDF) chiedono a Kubis una riunione di emergenza

Quarantasei membri del Forum di dialogo politico libico (LPDF) hanno invitato l’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Jan Kubis, a tenere una sessione di emergenza per discutere la tabella di marcia e proporre soluzioni alle sfide che minacciano il processo politico, riaffermando nuovamente la necessità di andare al voto il prossimo 24 dicembre.
Nella dichiarazione pubblicata da uno dei membri, Ahmed Al-Sharkasi, sulla sua pagina Facebook, si legge che i quarantasei signatari sono pronti ad agire positivamente per salvare il paese e attuare la tabella di marcia, annunciando che avrebbero convocato sessioni all’interno e all’esterno della Libia.
Il documento indirizzato a Jan Kubis auspica inoltre che l’UNSMIL si assuma le proprie responsabilità secondo le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, compresa la collaborazione con il LPDF per completare con successo la tabella di marcia per raggiungere stabilità e sicurezza attraverso elezioni generali in Libia indette per il prossimo 24 dicembre.
Lo scorso 28 agosto, erano stati trentuno membri del LPDF a chiedere una sessione di emergenza per gestire quelle che avevano definito come “gravi violazioni della tabella di marcia che hanno minato l’unità e la stabilità della Libia”. In quell’occasione Al-Sharkasi aveva dichiarato a Speciale Libia che la richiesta di una sessione di emergenza arrivava per trovare soluzioni e ripristinare la fiducia tra il Parlamento, la Camera dei Rappresentanti (HoR) e il Governo di Unità Nazionale di Abdel Hamid Al-Dbeibah.
La richiesta odierna arriva dopo che la Camera ha passato in maggioranza una mozione di sfiducia nei confronti di Al-Dababiba. Un voto controverso che non avrebbe alcun valore legale. La mozione tuttavia ha dato vita a dimostrazioni in piazza. A Tripoli, accogliendo l’invito del premier contro l’HoR, una folla di cittadini hanno riempito piazza dei martire, mentre nella città orientale di Tobruk, alcune centinaia di dimostranti hanno espresso sostegno ad Aguila Salah.
A meno di tre mesi dal voto, la propaganda dei principali attori interni e il loro attaccamento alla poltrona rischiano di compromettere gli sforzi fatti finora in termini di unità e riconciliazione nazionale.