Tripoli. La 444ma Brigata continua la messa in sicurezza della Libia occidentale

La 444ma Brigata Combattente, affiliata alla regione militare di Tripoli, ha dichiarato di aver implementato il piano di messa in sicurezza di Tarhouna, Bani Walid, Salah Al-Din (Salahuddin), Suwani, Qasr Bin Gashir, Souq al Khamis, Wadi Al-Rabia e Khallet Al Furjan. Il gruppo ha confermato di continuare le sue normali funzioni dopo che venerdì scorso ha subito un attacco armato presumibilmente da parte della Stability Support Force, un’altra formazione armata sotto il comando di Abdulghani al-Kikli (alias Gnewa).

Nell’agguato, per cui fonti locali sospettano la partecipazione di “figure ricollegabili a un Paese vicino, infastidito dalla presenza turca,” ha perso la vita un giovane ufficiale militare, Hossam Khalifa Baara. Le scaramucce si sono concluse con un incontro tra i leader dei gruppi armati, compresi alcuni da Misurata, che hanno concordato la formazione di una forza congiunta per prevenire ulteriori escalations.

Media locali hanno riferito che oggi, ad una settimana dell’incidente al campo Takbali, la 444ma Brigata ha messo in sicurezza la sede del Ministero della Salute, espellendo altre milizie armate. Il gruppo al momento non ha commentato o confermato la notizia. La 444ma Brigata Combattente, formata da Mahmoud Hamza, un ex membro della RADA, è affiliata alla regione militare di Tripoli sotto l’egida del generale Abdul Basit Marwan, il quale in seguito all’attacco avvenuto presso il campo Takbali, sede del gruppo, ha rilasciato controverse dichiarazioni su una presunta corruzione della leadership del gruppo.

Le accuse sono state rinviate al mittente ed il gruppo ha ribadito l’alta professionalità dei suoi ufficiali, responsabili di diverse operazioni contro bande di trafficanti e criminali, in particolare nell’area di Bani Walid, che hanno seriamente danneggiato il network dei trafficanti, compresi quelli di esseri umani, nonché le bande armate che operano sulla costa, spesso in collaborazione con agenzie di sicurezza che affermano a loro volta di combattere tale fenomeno.

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