Bozkurt: “membri e soci famiglia Erdogan possono fornire facilmente materiale bellico alla Libia… opinione pubblica turca ipnotizzata”

In una intervista a Strumenti Politici, il giornalista turco Abdulla Bozkurt, Direttore del Nordic Research and Monitoring Network, commentando la produzione dell’Industria della Difesa turca in Libia, ed in particolare presso la Fabbrica 51 a Bani Walid, ha affermato che “I membri della famiglia del presidente turco Erdogan e i loro soci in affari controllano in generale l’industria militare e della difesa in Turchia e sono pronti a fornire facilmente tali materiali alla Libia, alcuni potrebbero essere appaltati a paesi terzi tramite l’intermediazione turca”.
Bozkurt ha dichiarato che in passato, il comitato per le sanzioni delle Nazioni Unite ha persino considerato le pistole a salve inviate dalla Turchia come violazioni del regime sanzionatorio perché potevano essere facilmente convertite in armi vere. “Quindi – ha aggiunto – suppongo che anche la fabbrica 51 si qualificherebbe sotto il regime sanzionatorio”. Secondo il direttore del Nordic Research Monitor, la Turchia ha in Libia “personale militare ufficiale, soprannominato consiglieri dal regime di Erdogan, forze paramilitari del gruppo SADAT e militanti siriani”.
Ha spiegato che “l’opinione pubblica turca è ipnotizzata da tale avventura a causa della mancanza di media critici e indipendenti in Turchia. Quasi 200 media sono stati chiusi dal 2015 e la Turchia ha il maggior numero di giornalisti incarcerati – 174 ad oggi – in tutto il mondo. Solamente le aziende e gli uomini d’affari turchi allineati con il regime di Erdogan traggono profitto da tali accordi”.