La comunità internazionale dovrebbe proteggere la Libia dagli spoiler
Sirte pronta ad ospitare il voto di fiducia a Dabaiba

Di Vanessa Tomassini.
Il Primo Ministro designato del governo di unità nazionale temporaneo, Abdul Hamid Al-Dabaiba, ha accolto positivamente l’annuncio della Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) di incoraggiamento per lo svolgimento della sessione di concessione della fiducia al nuovo esecutivo nella città di Sirte, in programma per la prossima settimana. In un incontro con l’assistente segretario generale e coordinatore della missione Onu in Libia, Rizdon Zininga, Dabiaba ha elogiato gli sforzi dei membri del Parlamento ed in primis della municipalità di Sirte ad ospitare la sessione della Camera dei Rappresentanti.
Il Primo Ministro designato dal Libyan Political Dialogue Forum (LPDF) ha dichiarato in un tweet: “Diamo il benvenuto all’Assistente Segretario Generale e Coordinatore della Missione delle Nazioni Unite in Libia, Rizdon Zininga, e all’incoraggiamento della missione per la convocazione della sessione di concessione della fiducia al governo, nonché ai preparativi logistici e di sicurezza per lo svolgimento della sessione dei rappresentanti nella città di Sirte”. La Missione ONU in Libia, in seguito alle consultazioni con i propri partner internazionali, ha invitato i membri del Parlamento a riunirsi come previsto nella città di Sirte l’8 marzo 2021 per discutere la concessione della fiducia nella formazione del gabinetto di ministri, che verrà presentato da Al-Dabaiba.
L’appello delle Nazioni Unite è arrivato il giorno dopo che venticinque deputati hanno proposto alla Presidenza della Camera dei Rappresentanti di rivolgersi alle Nazioni Unite e richiedere una copia del rapporto del Comitato di esperti del Consiglio di sicurezza, riguardo a presunti casi di corruzione durante le riunioni del LPDF a Tunisi lo scorso novembre. Diversi media hanno infatti rivelato stralci di un presunto rapporto degli esperti ONU sul ricevimento di tangenti da alcuni dei 75 partecipanti al LPDF. I venticinque deputati avrebbero suggerito di fare luce su queste accuse prime di procedere col voto di fiducia al nuovo esecutivo che accompagnerà la Libia alle elezioni del 24 dicembre 2021.
L’Agence France Presse (AFP) ha pubblicato domenica alcuni estratti dal rapporto del Panel of Experts destinato al Consiglio di Sicurezza, di cui UNSMIL non sarebbe stata al corrente in quanto due enti distinti e indipendenti. In questo contesto, il Consiglio presidenziale designato, rappresentato da Muhammad el-Manfi, ed il Primo Ministro Al-Dabaiba, in una dichiarazione congiunta, hanno chiesto al gruppo di esperti ONU di rendere pubbliche rapidamente le proprie indagini sulle accuse di corruzione durante il Forum.
La vicenda rischierebbe infatti di ostacolare l’insediamento del nuovo esecutivo, soprattutto alla luce delle speculazioni da parte di alcuni attori interni ed internazionali. I residenti della città di Sirte e il comitato militare congiunto hanno confermato che la municipalità è pronta ad ospitare l’incontro dei parlamentari e la sessione dovrebbe tenersi regolarmente lunedì 8 marzo.
Intanto Abdullah Al Thani, a capo del Governo ad interim con base nella Libia orientale ha invitato tutti i libici a fare pressione sui membri della Camera dei Rappresentanti, sia a Tobruk che a Tripoli, affinché si incontrino e diano fiducia al governo di Al-Dabaiba. “La Camera dei Rappresentanti deve assumersi le proprie responsabilità, e tenere una sessione per approvare il nuovo governo, dandogli una chance”. Ha dichiarato al-Thani, aggiungendo che la Libia è un unico Stato, quindi il paese deve tornare ad un governo centrale, un bilancio unificato e un’unica banca centrale in modo che le istituzioni possano rispondere ai bisogni dei cittadini nell’Est, Ovest e Sud del Paese.
Al Thani, seguendo quanto già chiesto dal presidente del Parlamento Aguila Saleh Issa, ha chiarito che il Governo orientale è pronto a lasciare il potere “oggi, prima di domani,” invitando coloro che ostacolano l’insediamento del nuovo esecutivo “a fare marcia indietro e lasciare in pace i libici”. Ha anche invitato la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità, adottando misure legali nei confronti di coloro che stanno lavorando contro gli interessi del popolo libico, arreso di fronte ad oltre dieci anni di sofferenze.