La Tripoli Protection Force e la Regione Occidentale rigetta gli esiti del LPDF e accusa Williams

La “Tripoli and Western Region Protection Force” ha rilasciato una nota martedì sera con la quale rigetta gli esiti e il metodo di voto annunciati dalla Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL), in merito all’accordo dei membri del Libyan Political Dialogue Forum (LPDF) sul meccanismo di selezione della nuova autorità esecutiva, accusando i membri e il capo della missione ad interim, Stephanie Williams, di aver interferito per dirigere i binari del dialogo, trascurando gli interessi del popolo libico.
La dichiarazione pubblicata sulla pagina Facebook della Tripoli Protection Force, una coalizione di gruppi armati nella capitale, si rivolge direttamente al Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guteres, agli ambasciatori dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza e ai capi delle missioni dei Paesi che sponsorizzano il dialogo politico sulla questione libica.
La “Tripoli and Western Region Protection Force” ha affermato nel suo messaggio di monitorare l’attuale corso del dialogo politico, apprezzando “il ruolo delle Nazioni Unite nei suoi sforzi che cercano stabilità, pace e trasferimento pacifico del potere” .
La coalizione conferma di aver osservato una pericolosa deviazione dal percorso corretto in una serie di “trasgressioni” a partire dal modo sospetto di selezionare alcuni dei personaggi che partecipano al dialogo, al modo in cui vengono presentate e votate le proposte, per finire con l’interferenza personale di alcuni membri della missione nell’indirizzare il percorso politico verso obiettivi specifici. “Non serve l’interesse della Libia, ma serve piuttosto una ristretta cerchia di partiti che non potrà portare la Libia in salvo”.
La “Tripoli and Western Region Protection Force” ha sottolineato di rifiutare il metodo di voto, indicando che il capo di UNSMIL, giunta al termine del suo mandato, “fa pressioni per ottenere nel restante periodo dei suoi compiti in Libia, in una scena che deruba la volontà della maggioranza del popolo libico, e in una fretta di tempo che riflette lo sdegno del capo della missione per gli interessi del popolo libico che soffre le devastazioni di malattie, guerre e povertà finanziaria”.
La forza ha anche affermato “la necessità di tornare al dialogo libico – libico e di sponsorizzarlo e di andare avanti con un dialogo pacifico il prima possibile attraverso le nostre istituzioni nazionali”, dichiarando di agire in difesa “dei valori, dei principi e della sovranità libica”. La coalizione ha concluso chiedendo l’intervento del Segretario generale delle Nazioni Unite per correggere il percorso della missione e servire l’interesse della patria e del cittadino.