USA ed Unicef: “basta ai bombardamenti indiscriminati in Libia”

L’Alto Rappresentante dell’UNICEF in Libia, AbdulRahman Ghandour, e l’Ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Richard Norland, hanno chiesto un immediato cessate il fuoco e la fine dei bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili che hanno ucciso o mutilato molti bambini innocenti solo nell’ultimo mese. L’Ambasciata USA in Libia ha sottolineato in una breve nota che i bambini in Libia affrontano condizioni difficili per via del conflitto in corso e l’emergente crisi Coronavirus, indicando che ciò richiede un’attenzione urgente da parte delle autorità libiche.

Venerdì 3 aprile l’ambasciatore Norland ha partecipato ad un incontro virtuale guidato da Ghandour sull’assistenza vitale che l’UNICEF sta fornendo ai minori in Libia. Ghandour ha preso atto del continuo coordinamento tra l’organizzazione e il Ministero della Sanità nel Governo di Accordo Nazionale, il Centro nazionale per il controllo delle malattie e altre organizzazioni umanitarie, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle strategie di contrasto al Covid-19 e per rafforzare i servizi di assistenza sanitaria di base per i bambini e le loro famiglie.

UNICEF Libia fornisce sostegno in termini di salute, alimentazione, igiene ed educazione a centinaia di migliaia di bambini e i loro familiari, che va dalla gestione dei vaccini salvavita alla riabilitazione di scuole e aule scolastiche. L’UNICEF collabora inoltre con il CDC per produrre e pubblicare materiali educativi salutari per i bambini e si coordina strettamente con il Ministero della Pubblica Istruzione (GNA) per fornire opzioni di apprendimento a distanza per gli studenti e con il Ministero degli Affari Sociali per garantire la protezione delle popolazioni vulnerabili e promuove anche servizi sanitari, nutrizionali e di igiene essenziali per migliaia di famiglie in Libia.

L’ambasciata americana fornirà 1,5 milioni di dollari in finanziamenti per attività di protezione della salute e dell’infanzia a Tripoli, Misurata, Tawergha e Bengasi.

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