Gnewa vs Amnesty, Ministero della Giustizia libico risponde all’organizzazione per i diritti umani: “rapporto inaccettabile”

Continua la querelle tra Amnesty International e le autorità libiche sul caso dei centri di detenzione gestiti dalla Stability Support Force, filiale di Tripoli, sotto il comando di Abdulghani Al Kikli, alias Gnewa. Il Ministero della Giustizia nel Governo libico di Unità nazionale ha ritenuto “inaccettabile” il recente rapporto di Amnesty International, affermando che esso si basa su “relazioni dei media prive di basi e principi legali di fatto”.

Nel suo rapporto, pubblicato il 5 maggio, Amnesty ha chiesto il licenziamento e la consegna alla giustizia del capo dell’Agenzia al-Kikli, così come il suo ex vice, Lotfi al-Harari, descrivendo loro come leader della milizia che commettono violazioni e ricoprono posizioni nello stato. Il Ministero della Giustizia, in una dichiarazione, giovedì, ha accusato Amnesty di aver lanciato accuse e sentenze non professionali e selettive su fatti ancora sotto inchiesta, avvertendo che ciò incide negativamente sull’opinione pubblica libica e danneggia lo stato di diritto, influenzando inoltre il corso della giustizia.

Dopo aver confermato la propria posizione contro l’impunità, il ministero della Giustizia ha sottolineato la capacità della Magistratura libica e la sua competenza intrinseca di considerare e giudicare tutti i casi e che tutte le forze dell’ordine operano in conformità con il codice di procedura penale libico e rispettano la legge.

Nel suo ultimo rapporto, Amnesty ha affermato che “il radicamento dell’impunità in Libia ha incoraggiato il servizio di supporto alla stabilizzazione finanziato dallo stato a commettere omicidi illegali e detenere persone arbitrariamente”. L’organizzazione per i diritti umani ha accusato inoltre l’agenzia di “interrompere le rotte di migranti e rifugiati e di detenerli arbitrariamente, praticando la tortura e il lavoro forzato e altre orribili violazioni dei diritti umani e crimini secondo il diritto internazionale”.

Il comandante della Stability Support, Gnewa, ha accusato Amnesty di diffamazione dopo il suo rapporto sulle violazioni contro migranti e rifugiati, descrivendolo come “privo degli standard più elementari del lavoro professionale”, invitando inoltre Amnesty International a rivolgersi all’agenzia di sicurezza e consultare le istituzioni libiche prima di pubblicare qualsiasi accusa.

Anche il Ministero degli Affari Esteri nello stesso governo aveva difeso l’operato della Stability Support, evidenziando che Amnesty International non è presente in Libia e non ha mai visitato i centri di detenzione menzionati nel suo rapporto. Va ricordato che l’agenzia di sicurezza sotto il comando di Abdulghani Al-Kikli ha rafforzato la sua posizione con l’esecutivo di Unità Nazionale, ricoprendo un ruolo di sempre maggiore rilievo, in seguito alla disputa politica tra i due premier, Abdel Hamid Dabaiba e Fathi Bashagha.

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