Riunione ministeriale ad Algeri respinge le interferenze straniere in Libia

Di Vanessa Tomassini.

“E’ di grande importanza accelerare la risoluzione del conflitto in Libia e fermare la guerra attraverso una soluzione politica e lontano da qualsiasi interferenza straniera”. E’ questo il messaggio partorito dalla riunione dei ministri dei Paesi vicini alla Libia nella capitale algerina. Il ministro degli Esteri di Algeri, Sabri Boukhdoum, ha affermato che il suo Paese continuerà gli sforzi per incoraggiare le parti libiche a risolvere la crisi con mezzi pacifici, respingendo qualsiasi interferenza straniera sul loro territorio.

Sabri Boukhdoum ha spiegato che i libici sono in grado di superare le loro differenze adottando un metodo di dialogo e di riconciliazione nazionale e raggiungendo un accordo politico che porterà il paese fuori dalla crisi, anticipando la disponibilità dell’Algeria ad ospitare cicli di dialogo tra le parti.

Alla riunione, a cui si è aggiunto il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas per un briefing sui risultati della Conferenza di Berlino, hanno partecipato i ministri degli Esteri di Egitto, Mali, Ciad, Tunisia, il Vice Ministro degli Esteri sudanese ed un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri del Niger. Tutti si sono detti d’accordo sulla necessità di far rispettare l’embargo sulle armi verso la Libia, nonchè sull’importanza della consultazione e il coordinamento tra i Paesi vicini per accompagnare i libici nel processo di pace”.

Al summit non ha partecipato il ministro degli Esteri del Governo libico di Accordo Nazionale (GNA), Mohamed Siala, che ha fatto sapere di disertare il summit visto l’invito ad Abdulahdi Ibrahim Lahweej, ministro degli Esteri nel Governo parallelo con base ad al-Beida. A tal proposito, va detto che un rapporto del segretario generale delle Nazioni Unite al Consiglio di sicurezza aveva espresso preoccupazione proprio per il continuo rafforzamento del Governo non riconosciuto, che si accinge a preparare elezioni municipali autonome, da cui deriverebbe una maggiore frammentazione e divisione del tessuto sociale ed istituzionale del Paese nordafricano. E’ atteso tra due giorni invece il vertice di Bezzaville, in Congo, organizzato dall’Unione Africana.

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