Tripoli, i civili continuano a morire a Salah al-Din e Qasr Bin Gashir

Di Ali Ahmed.
Il Consiglio presidenziale del Governo libico di Accordo Nazionale, rappresentato dal premier Fayez al-Serraj, ha condannato i bombardamenti delle aree residenziali di Salah al-Din, alla periferia della capitale Tripoli. Serraj ha accusato il Libyan National Army (LNA) di aver ucciso e ferito diversi civili, compresi bambini. Nella sua dichiarazione il premier ha sottolineato che le autorità governative competenti “documentano questi crimini e si coordinano con le agenzie per i diritti umani internazionali e le organizzazioni umanitarie per assicurare alla giustizia gli autori”.
Secondo il Governo sostenuto dalle Nazioni Unite, l’attacco sarebbe coinciso con il bombardamento di questa mattina all’aeroporto di Mitiga e arriva a meno di una settimana da “un crimine simile nell’area di Al-Farnaj che ha ucciso tre bambini”, avvertendo che “la risposta sarà severa sul campo di battaglia, pur aderendo alle regole di guerra e gli accordi di Ginevra”. La veridicità di tali informazioni, così come la responsabilità degli attacchi non è verificabile da fonti indipendenti. Questa mattina, al contrario, giornalisti e fonti sul posto asserivano che i bambini fossero stati feriti dai razzi grad delle milizie di Tripoli e non da l’LNA. Altri civili inoltre sono stati uccisi e feriti nell’area di Qasr Bin Gashir durante un offensiva della Tripoli Protection Force, una coalizione di gruppi armati ed estremisti anti-Haftar.

Se Serraj accusa l’LNA di terrorizzare i civili, un rapporto di Amnesty International rilasciato oggi afferma che ci sono “prove di potenziali crimini di guerra sia da parte del GNA, sostenuto dall’ONU, sia dall’autoproclamato Esercito nazionale (LNA)”. “La nostra indagine sul campo su entrambi i lati della prima linea ha rivelato un disinteresse sistematico per il diritto internazionale alimentato dalla continua fornitura di armi ad entrambe le parti in violazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite”, ha affermato Donatella Rovera, Senior Advisor Crisis Response presso Amnesty International.
“Decine di civili sono stati uccisi e feriti mentre entrambe le parti usano di tutto, dai razzi non guidati dell’era di Gheddafi ai moderni missili guidati lanciati da droni in attacchi che potrebbero equivalere a crimini di guerra”, ha aggiunto Brian Castner, Senior Crisis Advisor di Amnesty International, specialista di armi e operazioni militari. Il rapporto è stato realizzato da investigatori di Amnesty International presenti in Libia dal 1 al 14 agosto che hanno visitato entrambe le parti del conflitto a Tripoli, Tajoura, Ain Zara, Qasr Bin Ghashir e Tarhouna. Gli esperti avrebbero intervistato 156 residenti, tra cui sopravvissuti, testimoni e parenti delle vittime, nonché funzionari locali, operatori sanitari e membri delle milizie.