L’UNHCR evacua centinaia di rifugiati detenuti in Libia in sicurezza

L’UNHCR, l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, ha evacuato ieri 325 rifugiati dal centro di detenzione di Qaser Ben Gasheer, nel sud di Tripoli, tra il deterioramento della sicurezza e l’intensificarsi della violenza. La ricollocazione, condotta insieme all’OIM, è stata avviata da rapporti diffusi martedì sull’uso della violenza armata contro i detenuti che stavano protestando contro le condizioni di detenzione, proteste sedate dalle milizie del Governo di Accordo Nazionale con colpi di arma da fuoco che sarebbero stati sparati in aria. Mentre non ci sono state ferite da arma da fuoco, 12 rifugiati hanno subito attacchi fisici che hanno richiesto il trattamento ospedaliero. “I pericoli per rifugiati e migranti a Tripoli non sono mai stati più grandi di quanto non siano attualmente”, ha detto Matthew Brook, vice capo missione della UNHCR in Libia. “È vitale che i rifugiati in pericolo possano essere rilasciati ed evacuati in sicurezza”. I rifugiati sono stati trasferiti nel centro di detenzione di Azzawya, dove il rischio di essere coinvolti nelle ostilità è minore. All’arrivo, sono stati forniti gli elementi chiave e le cure mediche dell’UNHCR e del suo partner International Corps. I più vulnerabili, tra cui donne e bambini, sono stati identificati e saranno portati all’UNHCR’s Gathering and Departure Facility. Il trasferimento è stato effettuato con il sostegno delle autorità libiche, della Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL), del partner LibAid e dell’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), che ha facilitato la creazione di un corridoio umanitario. Il trasferimento è il quarto organizzato dall’UNHCR dalla recente escalation del conflitto in Libia. Nelle ultime due settimane, l’UNHCR ha trasferito oltre 825 rifugiati dai centri di detenzione di Ain Zara, Abu Salim, Qaser Ben Gasheer, Tajoura e Zintan. L’UNHCR ha affermato di rimanere preoccupata per circa 3.000 rifugiati e migranti che restano nei centri di detenzione di Tripoli. Il deterioramento della situazione della sicurezza significa che è assolutamente necessario che i rifugiati e i migranti vengano immediatamente rilasciati e che venga fornito loro un percorso per la sicurezza. Mentre continuano le violenze, le squadre dell’UNHCR e delle agenzie umanitarie hanno limitato l’accesso ai centri di detenzione per fornire aiuti e assistenza vitali. Le attuali condizioni in Libia continuano a sottolineare il fatto che si tratta di un luogo pericoloso e inadatto per rifugiati e migranti. L’UNHCR ribadisce che nessuno sforzo dovrebbe essere risparmiato per impedire che i soccorsi in mare vengano restituiti alla Libia. Vincent Cochetel, rappresentante speciale di UNHCR nel Mediterraneo Centrale ha fatto notare che nonostante la guerra a Tripoli non partono barche con migranti e rifugiati, in quanto le milizie note per il loro coinvolgimento nella tratta di esseri umani sono troppo impegnate a combattere per la loro sopravvivenza. “Chi li ha lasciati operare prima in totale impunità?” Si domanda Cochetel in un Tweet.

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