Tripoli. Servizi di emergenza chiedono cessate il fuoco per raggiungere famiglie in difficoltà

Di Vanessa Tomassini.

Tripoli, 06 aprile 2019 – Si intensificano gli scontri nelle periferie della capitale, nell’area di Qasr Bin Gashir, Azizia e Gharian, fino ad Ain Zara, tra i gruppi militari allineati al Governo di Accordo Nazionale, compresi quelli provenienti da Misurata e Zintan, e l’esercito orientale (LNA). Almeno 4 famiglie sarebbero rimaste bloccate nelle loro abitazioni al centro degli scontri nella zona di al-Kayikh, per cui i servizi di emergenza hanno chiesto un cessate il fuoco affinchè le ambulanze possano raggiungere le persone in difficoltà. Human Rights Watch ha denunciato che gli scontri continuano a prendere di mira i civili. Il dottor Ayman Abdel Hamid al-Harama ha perso la vita mentre svolgeva le sue funzioni a sud di Tripoli, colpito da un colpo casuale. Ora che tutte le milizie sono impegnate a combattere l’LNA a sud di Tripoli, a preoccupare è anche la situazione di sicurezza all’interno della città, che rischia il collasso. In seguito ai raid condotti dall’aviazione misuratina su ordine del Consiglio presidenziale, rappresentato da Fayez al-Serraj, l’LNA sotto l’egida del maresciallo Khalifa Haftar, ha dichiarato no-flight zone nella regione occidentale, avvertendo che qualsiasi veivolo verrà intercettato verrà abbattuto e gli areoporti bombardati. In mattinata Serraj ha nominato il colonnello Mohammed Ganonu, portavoce dell’esercito occidentale, prima del suo discorso alla Nazione in cui ha sottolineato il suo impegno nel processo politico dal primo momento della sua salita al potere, come unica soluzione alla crisi libica. Tuttavia, secondo il premier al-Serraj, tale processo è stato minato dal Maresciallo Khalifa Haftar che è venuto meno ad ogni accordo raggiunto durante la Conferenza di Parigi, di Palermo, nonchè agli accordi raggiunti ad Abu Dhabi lo scorso 27 febbraio. La dichiarazione di guerra di Haftar verso la capitale è stata definita da Serraj un “colpo di stato al processo politico”, ha poi benedetto le sue forze armate e i giovani che sono accorsi da tutto il Paese per difendere quel sogno di uno Stato civile e democratico. Il presidente ha aggiunto che quanto sta accadendo è il “risultato di calcoli politici sbagliati di alcuni partiti locali e internazionali”. Dall’altra parte il portavoce dell’LNA, Ahmed al-Mismari, ha fatto sapere parlando a una tv locale, che “è finito il tempo dei comunicati” e che l’esercito orientale non si fermerà fino a quando non avrà preso la capitale. La battaglia finale, sembra ormai inevitabile, dopo la riconquista dell’areoporto internazionale, il Libyan National Army è giunto alle porte di Tripoli, in una guerra Libi-Libi che non vede nè vincitori nè vinti, ma solo un grande sconfitto: la Libia.

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