La vita della gente nel Fezzan vale meno di 32,5 milioni di dollari al giorno?

Di Vanessa Tomassini.
La National Oil Corporation (NOC) ha dichiarato lo stato di forza maggiore nel campo petrolifero di Sharara gestito da Akakus a partire da domenica 9 dicembre 2018. Il NOC dà priorità alla sicurezza del personale e sta attualmente esaminando le procedure di evacuazione in seguito alle minacce e l’arresto del giacimento di petrolio da parte della milizia armata che afferma di essere parte della locale Petroleum Facilities Guard (PFG). NOC ha chiesto che il gruppo lasci immediatamente il giacimento petrolifero senza pre-condizioni, ribadendo che non prenderà parte ai negoziati con la milizia, ne è disposto a scendere a compromessi con chi utilizza violenza, linguaggio offensivo e furto. Negli ultimi mesi questo gruppo ha commesso una serie di crimini tra cui violenze contro il personale, rapina e interruzione delle operazioni e della produzione. La NOC ha espresso anche preoccupazione per la debolezza della PFG che continua a trascurare la propria responsabilità di proteggere i campi, il personale e il sostentamento del popolo libico, oltre a scegliere di coprire i crimini commessi dal gruppo di miliziani in questione.
Tutt’altra versione, invece, quella fornita dal movimento giovanile La Rabbia del Fezzan. I giovani, che avevano emesso una serie di richieste più che legittime rimaste inascoltate, avevano minacciato di occupare il campo di Akakus già lo scorso ottobre ed oggi rivendica l’occupazione senza violenza, tanto che hanno portato con sè dei bambini. “Quelli che oggi Sanalla definisce come una milizia, sono il 30mo Battaglione di Fanteria che è responsabile di proteggere il campo petrolifero. Il reggimento, che ha preso il posto della Terza Forza di Misurata quattro anni fa è composto da giovani del Sud, la maggior parte Tuareg” ci spiega un attivista, aggiungendo che “Sanalla sta diffamando il gruppo di fronte al mondo, dopo che i militari non hanno impedito ai manifestanti di occupare il sito. Per questo li descrive come milizia”. A riprova di ciò, i giovani del Fezzan ci mostrano questo fotogramma in cui si vede il presidente della NOC che incontra i membri del 30mo Battaglione. “Lo scorso 24 ottobre Sanalla ha incontrato la milizia di cui parla, invitandoli ad aprire il fuoco se qualcuno avesse tentato di occupare il campo di El-Sharara. È chiaro che la NOC ha milioni per diffondere le proprie notizie, mentre noi giovani del Fezzan non abbiamo questi mezzi per spiegare chi siamo”. Ci dice Osama con rassegnazione, mostrandoci le foto del prezzo del carburante a Sebha. “Ho appena comprato 20 litri di gasolio per 45 dinari libici – conferma Mohammed che ci parla dalla strada che porta da Al-Awinat a Ghat- il prezzo ufficiale del gasolio in Libia è di 0,15 per litro, che significa che 20 litri avrei dovuto pagarli 3 dinari!”.
Dall’altra parte, il presidente della NOC, Mustafà Sanalla ha chiesto alle autorità competenti e ai leader delle comunità locali di agire nell’interesse nazionale e restituire la sicurezza al sito, aggiungendo che le legittime lamentele del sud, che meritano e richiedono un dibattito nazionale, sono utilizzate da una minoranza di individui per guadagni personali che non porteranno benefici al popolo del Fezzan. “La NOC ha lavorato duramente per migliorare le condizioni economiche nel sud”, afferma il CEO del giagante petrolifero libico. I miglioramenti, di cui Sanalla parla, evidentemente non sono stati apprezzati dalle comunità locali costrette all’isolamento con la maggior parte degli aeroporti non funzionanti, scuole fatiscenti o del tutto assenti in alcune aree, acque inquinate, scarso segnale della linea internet, elettricità intermittente per lunghi periodi, senza dimenticare la totale assenza di sicurezza che ha portato i civili ad organizzarsi autonomamente e volontariamente per difendere i loro confini e le loro città dal terrorismo e dai contrabbandieri, come abbiamo visto in questi giorni ad El-Gatroun e Tazerbo. Così se la NOC continua a ribadire che la chiusura di Sharara comporterà una perdita giornaliera di 32,5 milioni di dollari, dovuto ad un calo di produzione di 315.000 barili al giorno, con una perdita aggiuntiva di 73.000 barili a El Feel a causa della sua dipendenza da Sharara per la fornitura di energia elettrica e che anche la produzione della raffineria di Zawiya è a rischio, i giovani del Fezzan si chiedono che valore abbiano le loro vite. “NOC perde 32,5 milioni di dollari al giorno. È questo il problema? – Ci chiedono i giovani arrabbiati – I bambini che sono morti a Sabha e Brack Shati quanto valgono? Che cosa sono 32,5 milioni rispetto alla mancanza di elettricità, di carburante, di medici e di sicurezza nelle città del sud? Valgono forse zero la morte di due bambini, i 465 casi di diarrea e vomito, le morti per la diffusione di criminalità e contrabbando, le morti violente del terrorismo ad al-Foqaha e Tazerbo?”.