Il Consiglio Presidenziale rifiuta la richiesta “illegale” delle installazioni petrolifere

Il  Consiglio Presidenziale del Governo di Accordo Nazionale, rappresentato da Fayez al-Serraj, ha emesso una dichiarazione in cui definisce “illegale” la richiesta del generale Khalifa Haftar di consegnare le installazioni della Mezzaluna petrolifera alla National Oil Corporation (NOC) di Bengasi, una decisione che metterebbe la produzione e l’esportazione dei terminali di Ras Lanuf e Sidra, nel Golfo di Sirte, sotto il Governo provvisorio orientale di Abdullah al-Thani.

Il Governo di Tripoli considera tale richiesta un chiaro attacco ai poteri dell’istituzione petrolifera  di Stato, aggiungendo che non fa altro che aumentare la tensione e la divisione tra i libici, minando gli sforzi internazionali per raggiungere la stabilità. Il Consiglio ha ribadito che il controllo della produzione petrolifera è soggetto all’autorità NOC con sede a Tripoli e finanziariamente della Banca Centrale Libica.

La nota conclude affermando che qualora l’esercito non ritirerà tale decisione il Governo è pronto a dare inizio ad una serie di azioni legali nei tribunali libici e nelle sedi internazionali per dare seguito alla questione. Già in passato, nel 2016, la NOC in Cirenaica aveva provato ad esportare 300.000 tonnellate di greggio svincolandosi da Tripoli senza successo, il cargo fu infatti fermato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su richiesta del rappresentante permanente della Libia all’Onu.

“Esiste solo una NOC legittima, riconosciuta dalla comunità internazionale e dall’OPEC”, ha fatto sapere nel frattempo Mustafa Sanalla, Presidente della compagnia di Stato. “Le esportazioni da parte di istituzioni parallele sono illegali e falliranno in quanto hanno fallito in passato. Le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sono molto chiare, le strutture petrolifere, la produzione e le esportazioni devono rimanere sotto il controllo esclusivo di NOC e l’unica supervisione del Governo di Accordo Nazionale. Siamo fiduciosi che il Governo e i nostri partner internazionali prenderanno le misure necessarie per fermare tutte le esportazioni in violazione del diritto internazionale “.

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