Comitato Diritti Umani, “violazioni e crimini proseguono in Libia, 333 casi nel 2022”

“Il processo di difesa dei diritti umani in Libia non è privo di rischi e fatiche, in un Paese in cui la maggior parte delle sue istituzioni si è ribellata alle leggi e alla legislazione. Nonostante ciò, la Commissione nazionale per i diritti umani in Libia ha ottenuto in modo indipendente molti successi, prevenendo esecuzioni extragiudiziali (non tutte), impunità e arresti, detenzioni arbitrarie, discriminazioni razziali, nonché affrontando la violenza, sostenendo le problematiche degli sfollati, degli immigrati, e aumentando la consapevolezza dei pericoli dei residuati bellici”. Lo ha dichiarato Khaled Al-Marghani, Direttore dell’ufficio media e responsabile della comunicazione del Comitato Nazionale Diritti Umani della Libia.

“Il Comitato – sottolinea Al-Marghani – ha inoltre compiuto notevoli sforzi per sensibilizzare e promuovere la tutela e la promozione dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, in collaborazione con le autorità competenti, le organizzazioni locali ed internazionali. Solo l’anno scorso, il team del Comitato nazionale per i diritti umani ha lavorato su 333 denunce e comunicazioni, tutte deferite alle autorità interessate, ciascuna secondo la propria competenza, per la nostra volontà di proteggere i diritti delle donne e dei bambini, i diritti dei giornalisti, il diritto all’istruzione, i diritti dei rifugiati ei diritti delle persone con disabilità”.

“Dalla sua istituzione nel 2012, il Comitato nazionale per i diritti umani ha adottato un approccio di neutralità, lavorando per prevenire i conflitti interni, sostenere una riconciliazione nazionale globale e porre fine ai conflitti in corso dal febbraio 2011. Il Comitato nazionale per i diritti umani – in ogni circostanza – non ha cessato di esercitare pressioni sulle autorità e di chiedere maggiori sforzi per adempiere agli impegni internazionali che aveva assunto in materia di diritti umani e aprire la strada allo svolgimento di elezioni legislative e presidenziali secondo una norma costituzionale regolare il processo elettorale, per porre fine alle fasi di transizione e alla divisione politica”. Prosegue il responsabile della Comunicazione della Commissione.

“Infine, il mancato raggiungimento di un accordo politico globale in Libia e le continue brecce e violazioni della sicurezza, alcune delle quali sono equiparabili a crimini di guerra, sono tutte questioni che il Comitato nazionale per i diritti umani ha denunciato e ha ripetutamente chiesto di fermare al fine di prevenire l’approfondimento della divisione e della polarizzazione politica. Si è persino arrivati a invitare il Comitato per le sanzioni internazionali del Consiglio di sicurezza dell’ONU, applicando le risoluzioni del Consiglio n. 2174 e 2259, che prevedevano esplicitamente il perseguimento penale di chiunque pianifichi, diriga o commetta atti che violano il diritto internazionale o i diritti umani in Libia”. Ha concluso.

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