Cosa è successo a Bouznika tra Camera ed Alto Consiglio di Stato?

Il ministro degli Esteri del Regno del Marocco, Nasser Bourita, ha dichiarato martedì sera che il comitato congiunto paritetico formato da sei membri della Camera dei Rappresentanti (HoR) e sei dell’Alto Consiglio di Stato (HCS) hanno raggiunto, durante le loro consultazioni a Bouznika, accordi che non possono essere definiti decisivi. Il capo della diplomazia di Rabat, durante una conferenza stampa a conclusione dei lavori, ha spiegato che le due Camere sono qualificati per discutere le leggi elettorali nell’ambito dell’esercizio dei loro compiti secondo quanto previsto dall’accordo politico libico, meglio noto come accordo di Skhirat del 2015, tuttavia, “il testo dell’accordo, qualunque esso sia, se non è accompagnato da una volontà politica, rimane un testo. Senza la volontà politica temiamo che l’accordo si aggiunga ad altri accordi mai attuati sul terreno”. Ha constatato Bourita.
“L’incontro di Bouznika – ha chiarito – rappresenta una stazione importante per trovare soluzioni ed affrontare alcuni dei problemi legati alla realtà libica”, aggiungendo che “il Regno del Marocco è convinto che le elezioni siano la soluzione alla crisi Libia, e questo percorso riuscirà solo nelle mani dei libici”. “Il Marocco rimarrà sempre al fianco della Libia e desidera consentire ai libici il dialogo ed è pronto ad abbracciare tutti i dialoghi tra libici”. Ha affermato il ministro Bourita. “Perché la Libia – ha spiegato – merita che tutti si mobilitino e la sostengano. Perché è caro a tutti noi del Maghreb e dello spazio arabo. Quanto concordato oggi a Bouznika, ci auguriamo, possa essere un punto di partenza per un percorso elettorale di successo”.
Un consenso difficile
Il Presidente dell’HoR, Aguila Saleh, e il capo dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled Al-Meshri, avrebbero dovuto partecipare alla conferenza stampa conclusiva per firmare la firma definitiva dell’accordo sulle leggi elettorali, ma qualcosa è andato storto. Meshri ed Aguila sono arrivati nella capitale marocchina, tra domenica e lunedì, ma i due non hanno partecipato alla cerimonia di chiusura dei lavori. Secondo quanto riferito da più fonti, permangono diversi disaccordi sui requisiti per candidarsi alle elezioni presidenziali. “La legge elettorale è stata concordato dal comitato 6+6 e non richiede alcuna firma o dichiarazione. Deve essere solamente riferita alla Camera per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.” Ci ha detto il membro dell’HCS, Saad Ben Sharada, spiegando che “Aguila vuole introdurre alcuni emendamenti alla legge elettorale già concordata. Il comitato congiunto ha tuttavia rigettato tali emendamenti”.
Il comitato misto aveva annunciato, nel secondo giorno di discussioni a Bouznika, di aver raggiunto il pieno accordo sui punti controversi relativi all’elezione del capo dello Stato e dei membri dell’Assemblea nazionale. E ha riferito di essere riuscito a raggiungere un consenso completo su come coinvolgere i partiti politici nelle elezioni della Camera dei Rappresentanti attraverso liste di partito o candidature individuali. La commissione aveva chiarito inoltre che lo svolgimento delle elezioni parlamentari e presidenziali dovrebbe avvenire secondo procedure simultanee e che la prossima autorità legislativa della Libia sarà composta da due camere, la Camera dei Rappresentanti e il Senato, indicando che la questione avrebbe richiesto del tempo formulare e controllare la sua legislazione. La dichiarazione non era stata nemmeno presa in considerazione, né dai partiti libici né da quelli internazionali, infatti in molti avevano riposto alla nostra richiesta di un commento con “se sono d’accordo su tutto, beh allora pubblichino le leggi”. Il comitato 6+6 aveva anche chiesto la formazione di un governo unificato che apra la strada agli eventi elettorali in tutto il Paese, rilevando che l’attuale realtà libica impone a tutti di dare la priorità all’interesse supremo del Paese su ogni altro calcolo o interesse personale.
L’assenza dell’inviato Onu
I negoziati ospitati dal Regno del Marocco tra le parti libiche sono stati fino ad oggi di buon auspicio per la Libia. Il regno di Mohammed VI è riuscito ha raggiungere ampi consensi tra le parti coinvolte, dal 2015 hanno ripristinato la speranza e allontanato lo spettro della guerra, promuovendo il dialogo come unico mezzo per avvicinare le divergenze, contrariamente ad altre iniziative che non vedono nel loro interesse il raggiungimento di una piena e definitiva riconciliazione intra-libica. Tuttavia in questa occasione, non è passata inosservata l’assenza dell’inviato Onu e capo della Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia, Abdoulaye Bathili. Unsmil ha fatto sapere ieri di essere in attesa di ricevere il testo ufficiale delle leggi elettorali nella loro forma definitiva, così come approvato dalla commissione “6 + 6”, prima di commentarle o partecipare ad eventuali festeggiamenti che li riguardano.
L’accordo sulle leggi
Il capo della delegazione dell’HoR nel Comitato 6+6, Jalal Al-Shuwaidi, ha affermato che i rappresentanti del comitato delle due Camere hanno concordato una legge per l’elezione del capo dello Stato e deli parlamentari. “Ringrazio nuovamente il Marocco per gli strumenti che ha ci ha messo a disposizione, come se fossimo nella nostra patria, la Libia”. Ha dichiarato in conferenza stampa, indicando: “Non abbiamo subito alcuna pressione da parte del Regno del Marocco e tutti i colloqui si sono svolti senza subire alcuna pressione dall’esterno”.
Il capo della delegazione dell’HCS, Omar Boulifa, ha confermato che gli incontri nel corso di questi dieci giorni hanno discusso tutti i dettagli, e le discussioni si sono concluse con un accordo su tutti i punti di disaccordo. Il comitato ha dunque stilato due leggi, la prima relativa all’elezione del presidente e la seconda per l’elezione dell’Assemblea Nazionale che si compone appunto, secondo un sistema bicamerale, della Camera dei Rappresentanti e del Senato. “Quello che abbiamo realizzato è stato firmato, dopo aver concordato i punti controversi, senza interferenze di alcun partito”. Ha ribadito, sottolineando che le leggi hanno allargato il campo ai partiti e dato loro la possibilità di partecipare al processo elettorale, tenendo conto anche delle quote rosa, ossia la partecipazione delle donne alle elezioni parlamentari, secondo quanto già stipulato dal tredicesimo emendamento alla Costituzione. “Le leggi hanno esteso anche il processo di rappresentanza regionale a tutta la Libia, e non resta che essere emanate dalla Camera dei Rappresentanti in conformità con il tredicesimo emendamento della Dichiarazione costituzionale”. Ha concluso.