Libia e immigrazione in cima all’agenda del Ministro Antonio Tajani in Turchia

Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, si recherà domani in missione ufficiale in Turchia. Il capo della Farnesina è atteso ad Ankara per incontrare l’omologo turco, Mevlut Cavusoglu.
La crisi in Libia e la questione migranti saranno in cima all’agenda delle discussioni in aggiunta alla guerra in Ucraina, sicurezza alimentare e degli approvvigionamenti energetici. Tra i corridoi dei palazzi si vocifera inoltre una visita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Tripoli. La premier intende metterci la faccia in particolare per quanto riguarda il dossier dell’immigrazione illegale e clandestina dal Paese nordafricano.
Antonio Tajani, si recherà presto anche nella vicina Tunisia per discutere con le autorità locali soprattutto del dossier migranti. Lo ha annunciato lo stesso capo della diplomazia italiana su Twitter dopo un colloquio telefonico con l’omologo tunisino, Othman Jerandi. “Ho chiesto un forte impegno al governo tunisino per contrastare le partenze irregolari dei migranti e sul favorire un maggior numero di rimpatri. Presto sarò a Tunisi: il governo italiano lavora per risolvere l’emergenza immigrazione”, ha scritto Tajani.
“Serve maggiore unità”, ha detto il ministro, ritenendo “positivo” l’incontro di ieri a Roma tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Noi abbiamo settemila chilometri di costa”, ha ricordato il ministro, spiegando che va contrastata l’immigrazione illegale ma si deve anche lavorare “a monte” del problema. “Il governo sta lavorando con le autorità di Libia e Tunisia”, ha ricordato Tajani, parlando anche di una “quota premiale” (cioè più flussi di migrazione regolare) con i Paesi che hanno fatto accordi per i rimpatri.
Secondo una nota della Farnesina, Tajani ha evidenziato nel colloquio con Jerandi l’importanza della cooperazione con la Tunisia in materia migratoria, in particolare per quanto riguarda la lotta ai trafficanti di esseri umani e i rimpatri. Ponendo l’accento su quest’ultimo tema, il capo della diplomazia italiana ha chiesto un forte impegno al governo tunisino nel contrasto all’immigrazione illegale e nel velocizzare le operazioni di rimpatrio – forte deterrente a nuove partenze irregolari. Gli accordi tra Italia e Tunisia prevedono 80 rimpatri alla settimana e due voli fissi, il martedì e il giovedì. Al contempo, il ministro ha ribadito al suo interlocutore il sostegno dell’Italia nelle attività di controllo delle frontiere, nella lotta contro la tratta di esseri umani e per la creazione di opportunità di migrazione legale verso l’Italia per i lavoratori tunisini.
Con il perdurare della crisi dell’immigrazione clandestina dal Nord Africa, in particolare dalla Libia, l’Italia è stata fortemente impegnata nel cercare di ridurre il numero di questi attraversamenti. In risposta a ciò, il governo italiano ha adottato una serie di misure con l’obiettivo di regolamentare e risolvere l’immigrazione clandestina attraverso un coinvolgimento attivo in Libia e nei Paesi limitrofi come la Tunisia.
Il primo passo è stato nel 2017, quando l’Italia ha firmato un accordo politico con le autorità libiche che ha delegato la responsabilità della gestione dei flussi migratori alle guardie costiere libiche che operano nelle acque territoriali adiacenti alle loro coste. Tale accordo ha consentito ai paesi dell’UE, in particolare all’Italia, di collaborare con la Libia nelle operazioni di gestione e controllo delle frontiere. La premessa di questo accordo era anche incentrata sulla concessione di fondi, attrezzature e programmi di formazione per lo sviluppo di capacità gestiti principalmente da esperti italiani nell’ambito della sua politica migratoria.