Il Primo Ministro libico ordina una indagine sui fattori che hanno impedito la sessione dell’HCS

Il primo ministro libico, Abdel Hamid Al-Dabeiba, ha ordinato al Ministero della Difesa di indagare sulle affermazioni relative al tentativo di impedire all’Alto Consiglio di Stato (HCS) di tenere la sua sessione ieri, lunedì, da parte di una forza affiliata al Governo.

Il presidente dell’HCS, Khaled Al-Meshri, ha accusato il premier di aver impedito una sessione dei parlamentari per votare su base costituzionale e discutere la questione delle posizioni sovrane dopo che la Forza di protezione della costituzione, operante sotto il Ministero della Difesa, avrebbe assediato il quartier generale del Consiglio, impedendo ai suoi membri di accedere all’edificio. Meshri ha anche presentato un compianto al Procuratore generale, Siddiq Al Sour, denunciando Al-Dabaiba per l’uso dei gruppi armati come mezzo per ostacolare il processo politico.

Due membri dell’HCS hanno confermato a Speciale Libia che la sessione avrebbe dovuto discutere la sostituzione delle istituzioni sovrane, in particolare il Governatore della Banca Centrale e il capo dell’Autorità di Controllo Amministrativo. Sembrerebbe tuttavia che Al-Meshri abbia preferito menzionare il voto su base costituzionale, per ottenere il sostegno popolare e della Comunità Internazionale. Quest’ultima infatti ha largamente condannato l’uso della forza, ribadendo che solo un dialogo tra tutti gli attori politici può facilitare l’uscita dalla prolungata crisi.

Un comunicato stampa dell’ufficio del Primo Ministro ha risposto alle accuse, affermando che Dabaiba ha dato ordine alla Forza di Deterrenza di disperdere i manifestanti e mettere in sicurezza l’edificio. “Respingiamo lo stato di incitamento e amplificazione portato avanti dagli stessi partiti che cercano di ostacolare le elezioni, soprattutto alla luce del limitato sostegno popolare di cui godono”, ha affermato l’ufficio del premier.

Nel tentativo di limitare il danno d’immagine agli occhi dei suoi sostenitori interni ed esterni, Dabaiba ha invitato i partiti politici a mantenere comunicazioni aperte con tutti i segmenti del popolo libico “che sono in attesa di elezioni e temono il rischio di virare verso percorsi di transizione paralleli”. Il Primo Ministro ha indicato che le proteste sono comuni alla luce della scarsa fiducia che la gente ha nei partiti politici che concludono accordi in stanze buie per prolungare la loro permanenza al potere, aggiungendo che alcune di queste proteste “a volte possono essere indisciplinate”.

“Abbiamo incaricato il ministero dell’Interno di mettere in sicurezza il quartier generale dell’HCS senza pregiudicare il diritto dei cittadini a una protesta pacifica”, ha concluso la stessa nota. Di recente, il capo della Camera dei Rappresentanti (HoR), Aguila Saleh, e dell’HCS, Khaled Al-Meshri, hanno ravvicinato le loro posizioni nel tentativo di mettere fine al governo di unità nazionale. Membri del Parlamento e dell’Alto Consiglio hanno confermato la loro determinazione a procedere con la sostituzione delle leadership delle istituzioni sovrane, come un mezzo per limitare ulteriormente il potere del GNU, accusato di mala gestione delle risorse libiche, attraverso quelle che descrivono come la nomina di figure altamente competenti in sostituzione dell’attuale governatore Siddiq Al Kabeer.

La sessione dell’HCS prevista ieri, era stata inizialmente rimandata ad oggi. Membri del Consiglio hanno tuttavia dichiarato che l’incontro è stato posticipato a data da destinarsi per motivi di sicurezza, temendo per l’incolumità dei parlamentari.

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