Il Governo libico di Unità Nazionale chiarisce alcune “inesattezze” nel rapporto audit, Dabaiba: “nessuna pietà per i corrotti”

Il vicepremier nel Governo libico di Unità Nazionale, Ramadan Abu Janah, ha indirizzato un chiarimento al presidente dell’Ufficio di Audit, Khaled Shakshak, in merito a tutto ciò che riguarda il vice primo ministro per il sud nella relazione annuale pubblicata dall’ufficio di audit per l’anno 2021, e le informazioni inesatte ivi contenute.
Il vicepremier ha affermato che tutto quanto menzionato nella relazione sulle sue spese durante il suo incarico nel governo di unità nazionale, è impreciso e necessita di alcune spiegazioni, esprimendo il suo dispiacere per la pubblicazione di tali informazioni senza riferirsi a lui per chiarimenti.
Ramadan Abu Janah ha osservato l’accordo politico a Ginevra ha dato al governo di unità nazionale il diritto di attuare tutte le misure necessarie per il successo della road map per raggiungere le elezioni, ottenendo la fiducia in parlamento il 18 marzo 2021.
In riferimento al rapporto annuale emesso dall’Audit Bureau per l’anno 2021, che include raccomandazioni e risultati del lavoro dell’Ufficio sugli enti soggetti al suo controllo, e le informazioni imprecise in esso contenute, il vice-premier ci ha tenuto a spiegare l’esborso di 337.736 dinari per la residenza del rappresentante del Consiglio dei Ministri presso l’Hotel Mahari Radisson Blu di Tripoli per più di tre mesi.
Secondo la dichiarazione, Abu Janah sarebbe stato costretto ad affittare locali dell’hotel a causa della mancanza di spazi nell’Ufficio del Gabinetto in quel momento, e che le spese indicate nel rapporto rappresentavano l’equivalente all’affitto di tre suite in hotel da adibire ad uffici per i dipendenti, oltre all’affitto di sale meeting nel periodo dal 21/03 al 06/10/2021, contrariamente a quanto riportato nella relazione.

Ha confermato le informazioni inesatte contenute nella relazione annuale sulla natura dell’affitto, che ha causato la diffusione sui social di informazioni false e fuorvianti sul vicepremier. Ramadan Abu Janah ha ribadito inoltre il suo pieno entusiasmo per il denaro pubblico dello Stato libico, e si è adoperato per svolgere i suoi doveri nella massima misura al servizio del Paese e del cittadino, confermando il suo impegno a proteggere la proprietà dello Stato, in attuazione delle direttive del Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale, Abdul Hamid Al-Dabaiba.
Il premier Dabaiba, da parte sua, ha invitato tutte le autorità competenti ad indagare sulle segnalazioni del rapporto, confermando la presenza di inesattezza. Il Primo Ministro ha invitato il Procuratore Generale, l’Audit Bureau e le agenzie di sicurezza a non avere pietà dei “corrotti” promettendo di utilizzare la linea dura contro coloro che hanno sperperato le risorse libiche.
“Il percorso di riforma dello Stato e di lotta alla corruzione richiede un lavoro continuo, e non si completerà dall’oggi al domani. Si inizia innanzitutto con la trasparenza. Dico con orgoglio che il governo di unità nazionale ha raggiunto livelli senza precedenti di trasparenza e divulgazione di dati, basta vedere i progetti e gli appalti per cui viene messa a disposizione l’ubicazione, le agenzie esecutive e la percentuale di completamento per comune, luogo e settore”. Ha detto Abdel Hamid Al-Dabaiba in una dichiarazione video. “Ho fortemente sottolineato la necessità di dare seguito a tutte le osservazioni menzionate nel rapporto e di chiarire tutti i segreti al popolo libico. Siete tutti responsabili verso questo popolo”. Ha tuonato il premier.
Dabaiba ha anche accusato il governo parallelo guidato dall’ex ministro dell’Interno, Fathi Bashagha, di aver speso “circa 1,5 miliardi di dinari in una settimana, secondo i rapporti da lui ricevuti”. E ha aggiunto: “Condanno fermamente il sequestro del denaro dei libici da parte del governo parallelo, e la sua spesa in modi illegali e al di fuori delle procedure dello Stato. Alcune di queste spese, sono denaro sovrano come le tasse, e altre sono obbligazioni finanziarie per i depositi in banche commerciali”.