Tripoli. Tra false agenzie di sicurezza e nuove alleanze, Irini rafforzi pattugliamenti nel Mediterraneo

Diversi notabili e dignitari di Souq Al-Jumaa, letteralmente “Mercato del venerdì”, località della Libia occidentale nell’area metropolitana della capitale Tripoli, ha respinto il licenziamento di Mustafà Gaddour dalla sua posizione di vice-capo dei servizi segreti da parte del Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale Abdel Hamid Dabaiba. “Il licenziamento ed isolamento di Mustafà Gaddour è un tradimento. Esprimiamo il sostegno della popolazione della regione affinché Gaddour mantenga la sua posizione”, affermano i dignitari in una nota, sottolineando che l’attuale situazione politica minaccia di aggravare ulteriormente la frattura sociale nel Paese.

La dichiarazione è stata benvenuta dal primo ministro designato dalla Camera dei Rappresentanti, Fathi Bashagha, a capo del governo che si è instaurato nella città costiera di Sirte dopo il fallito ingresso a Tripoli, rifiutandosi il capo dell’esecutivo di unità nazionale Dabaiba di cedere il potere ad un’autorità non eletta. Bashagha ha elogiato quella che definisce come “la coraggiosa posizione patriottica che rinuncia alla violenza e chiede la pace per garantire la costruzione di uno stato unificato e indipendente”.

Bashagha ha aggiunto che il suo esecutivo ha a cuore la sicurezza della capitale, dicendosi desideroso di tutelare i suoi residenti. “Attendiamo sempre con impazienza un lavoro congiunto con i saggi della capitale che rappresentano il volto civile della città di Tripoli, che è giunta l’ora di essere liberata dal flagello del caos e della corruzione”. Ha aggiunto il premier designato dal Parlamento libico.

Si ricorderà che all’alba di martedì scorso, 17 maggio, in seguito all’annuncio dell’arrivo di Bashagha nella capitale Tripoli, si è riaccesa la violenza tra gli eterogenei gruppi armati schierati con questo o quel governo. Non solo scontri tra fazioni contrapposte, ma anche tra membri delle stesse milizie che hanno aperto il fuoco esplodendo colpi di artiglieria medio – leggera che ha causato danni, morti e feriti. Si ritiene che sia stato Mustafà Gaddour, capo dell’8va Brigata al-Nawasi, a facilitare quest’ingresso nella capitale ed è stato per tanto licenziato da Dabaiba. Il capo dell’agenzia di sicurezza è tra l’altro cugino di Hafed Gaddour ministro degli Esteri nel governo Bashagha.

Non è chiaro da chi il premier designato intenda liberare la capitale dopo aver garantito una posizione nel suo governo a fratelli, amici e parenti, di miliziani e trafficanti. Tra coloro che non hanno ricevuto ancora un dicastero nell’esecutivo “Made by Bashagha” sono Ayoub Abu Ras ed Abdulghani Al-Kikli, con loro sono in corso mediazioni al Cairo che potrebbero significare la fine del Governo di unità nazionale. Questi signori della guerra sono guidati da meri interessi personali ed oggi collaborano con i nemici di ieri. E ‘opportuno in questo contesto che la missione europea Irini, per cui l’Onu ha recentemente rinnovato il mandato, rafforzi il monitoraggio nel Mediterraneo per delle barche speciali che da Atene arriveranno nei prossimi giorni sulle coste libiche.

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