Commissione Nazionale Diritti Umani Libia (NCHRL) chiede al PM riservatezza nelle indagini preliminari

La Commissione nazionale per i diritti umani in Libia (NCHRL) ha invitato il pubblico ministero e gli apparati militari e di sicurezza ad evitare di pubblicare dichiarazioni di confessione e l’identità degli indagati sui social media e sui canali d’informazione.

Domenica NCHRL ha affermato che i responsabili di tali violazioni dovrebbero essere perseguiti, aggiungendo di aver visto una crescente pubblicazione dei documenti d’identità delle persone in stato di fermo e le loro dichiarazioni preliminari, una violazione dell’articolo 59 del diritto penale libico che richiede riservatezza dell’interrogatorio.

“Tale comportamento è una violazione dei diritti dei detenuti e della dichiarazione universale dei diritti umani, oltre ad essere un modo per influenzare la magistratura mentre affronta i casi che potrebbero finire in processi iniqui”. NCHRL ha aggiunto sottolineando che i processi non dovrebbero avvenire sui media, ma nelle aule dei tribunali.

Diversi apparati militari e di sicurezza in tutta la Libia sono soliti pubblicare sui social media confessioni video o foto di persone indagate o coinvolte in vari crimini come rapine, omicidi, spaccio di sostanze stupefacenti ed altri reati senza attendere l’esito delle indagini. Dall’altra parte, le agenzie di sicurezza ritengono di utilizzare questo materiale come deterrente, nonché per dimostrare l’affidabilità e il lavoro svolto dai propri elementi.

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