Controversia tra NOC e ministro del Petrolio della Libia raggiunge una dimensione internazionale

Il ministro libico del petrolio e del gas, Mohammed Oun, ha affermato che il primo ministro, Abdul Hamid Dabeibah e il capo dell’autorità di controllo sono quelli che possono ordinare l’arresto del presidente della National Oil Corporation (NOC) Mustafa Sanallah per impedirgli di lavorare e commettere violazioni legali e occultare 10.900 miliardi di dinari con società straniere per oltre un anno senza pretendere gli interessi, oltre a sperperare i fondi dei progetti di sviluppo sostenibile.
Oun, parlando ai giornalisti, ha affermato domenica che il suo incontro con il ministro dell’Energia russo in Qatar sarebbe correlato alla dichiarazione rilasciata da Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Germania e Francia a sostegno della condotta della NOC, aggiungendo che Regno Unito e Stati Uniti stanno intervenendo in un modo palese e provocatorio per le proprie ragioni, giurando che il suo Ministero avrebbe posto fine a tali interventi.
“La dichiarazione congiunta dei cinque paesi mira a riguadagnare i diritti di società straniere per un valore di oltre 10 miliardi di dinari libici, poiché hanno affermato di aver apprezzato l’impegno della NOC nel migliorare la trasparenza finanziaria”. Il ministro Oun ha aggiunto.
Giovedì le ambasciate di questi cinque paesi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta a sostegno dell’indipendenza e dell’integrità della compagnia petrolifera libica, mentre il ministero del Petrolio e del Gas di Tripoli ha denunciato questa dichiarazione, descrivendola come una interferenza negli affari interni libici.
Nel momento in cui, l’Italia guarda con preoccupazione alla crisi in Ucraina e valuta forniture di gas alternative come il gas liquefatto dagli Stati Uniti, e aumentare le importazioni da Algeria, Libia e Tunisia, Tripoli si dimostra nuovamente incapace di sfruttare la situazione a proprio vantaggio. Gli osservatori internazionali hanno evidenziato come lo sperpero delle risorse da parte dell’attuale esecutivo guidato da Dabeibah e il conflitto tra il Ministero e Sanallah renderebbero il Paese incapace di garantire un aumento della produzione, mentre il Paese è afflitto da una profonda crisi economica caratterizzata dall’aumento dei prezzi e una conseguente drastica diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie.