La Ministra Al Mangoush visita Al-Qatrun e il valico di frontiera di Al-Tom tra Libia e Niger ed avverte: “i libici non fungeranno da guardiani dei confini europei”

Nel quadro degli sforzi del governo di unità nazionale della Libia, guidato dal Primo Ministro, Abdel Hamid Al-Dabaiba, e per la sua volontà di comunicare con i cittadini in tutte le parti del paese e di determinare le condizioni delle città e delle regioni meridionali, la Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Najla Al-Manqoush, ha iniziato nei giorni scorsi una visita nelle regioni al confine meridionale della Libia. Al-Mangoush non si è lasciata intimidire dalle campagne d’odio e dall’insurrezione delle milizie armate, ribadendo la necessità che forze straniere e mercenari lascino immediatamente il Paese. “Wagner, Janjaweed, siriani e altri mercenari in tutta la Libia, sia a sud, ovest o est, escano immediatamente dal nostro paese, cooperando con noi attraverso un programma temporale che sarà redatto dal Comitato 5 + 5 sotto la supervisione delle Nazioni Unite. In conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza, stiamo lavorando per liberalizzare la nostra decisione sovrana e prepararci per elezioni libere ed eque, libere dalla pressione delle armi e della forza”. Ha detto al-Mangoush durante la sua missione nelle regioni del confine meridionale della Libia, tra cui Qatrun.

Augurando stabilità al paese vicino, il Ciad, la ministra Al-Mangoush ha sottolineato che la Libia ha sofferto molto per i gruppi armati di diverse nazionalità che hanno attraversato i confini libici e per il loro impiego da parte delle parti libiche in conflitto. “Abbiamo ripetutamente invitato questi paesi ad aiutarci a controllare i loro cittadini e a raggiungere soluzioni nei loro paesi che ci proteggano e li proteggano dai mali della guerra”. Ha ribadito. Intervenendo al valico di frontiera di Tumu con il Niger, Mangoush ha affermato che la situazione in Libia oggi non è la stessa di dieci anni fa, invitando i paesi vicini a mettere in atto con urgenza meccanismi regionali per combattere il contrabbando, l’immigrazione illegale e clandestina, compresa la tratta di esseri umani.

Ha annunciato che nel prossimo periodo effettuerà visite bilaterali nei paesi di origine, da cui i migranti partono, per invitarli a raggiungere intese bilaterali con la Libia, per permettere il ritorno dei migranti al loro Paese con dignità e umanità. La ministra degli Esteri ha indicato inoltre che intende presentare al Parlamento un progetto di legge che rafforza le sanzioni per i trafficanti in modo che le sanzioni diventino un deterrente per tutte le parti coinvolte in questi traffici.

Rivolgendosi ai Paesi europei, Najla al-Mangoush ha affermato che i libici non fungeranno da guardiani dei confini europei e che la Libia non può essere un punto di transito per sofferenze e persecuzioni contro i fratelli africani, invitando l’Europa ad aderire e adempiere agli accordi firmati con la Libia, soprattutto perché la Libia ha asset con questi paesi per quasi mezzo miliardo di dollari stanziati per la protezione delle frontiere, pur sottolineando la necessità di concludere contratti di monitoraggio elettronico e protezione delle informazioni. “La sicurezza e la stabilità della Libia possono essere raggiunte solo attraverso uno stretto controllo e protezione dei confini”, ha aggiunto. “Gli Stati europei devono adempiere ai loro obblighi, mettere in atto le loro promesse” ha avvertito Al-Mangoush, evidenziando che la Libia non cerca sostegno finanziario, ma pretende che vengano rispettati gli obblighi contrattuali che devono essere adempiuti ora senza ulteriori indugi.

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