Minacce al processo di pace in Libia

Di Vanessa Tomassini.
Le Nazioni Unite hanno rivelato lunedì di star esaminando “preoccupanti” rapporti dalla Libia, esortando le parti a rispettare gli accordi di cessate il fuoco per garantire il successo del dialogo politico in corso, guidato dalla Rappresentante speciale Stephanie Williams.
“Abbiamo visto rapporti inquietanti e sollecitiamo i partiti libici, e le potenze straniere che li influenzano, a garantire la continuazione della cessazione delle ostilità”, ha detto lunedì il portavoce dell’organizzazione Stephane Dujarric a Sputnic. Il funzionario delle Nazioni Unite ha commentato le tracce del dialogo politico libico, affermando che sta procedendo bene, senza fare cenno ai rapporti secondo cui le forze in campo hanno aumentato la loro preparazione militare, aggiungendo che l’organizzazione delle Nazioni Unite non ha prove sulla violazione del cessate il fuoco.
Tensioni ad Ubari
Il nuovo appello dell’Onu alle parti libiche segue l’accusa contro le forze del Governo di Accordo Nazionale (GNA) con base a Tripoli di aver violato la tregua nella città meridionale di Ubari. In precedenza il ministro della Difesa del GNA, Salah Al-Din Al-Nimroush, aveva minacciato di ritirarsi dall’accordo mentre le tensioni nel villaggio si erano intensificate le scorse settimane tra i gruppi armati locali, alcuni affiliati al GNA e altri con il Libyan National Army (LNA ) sotto il comando di Khalifa Haftar.
Il portavoce del Comando generale dell’LNA, Ahmed Al-Mismari, ha affermato che quanto accaduto domenica scorsa nell’area di Ubari “non è stata una nuova operazione militare”, descrivendo la disputa come un semplice malinteso tra gli ufficiali presenti sul campo.
La nave turca Mebruka
Lunedì gli uomini della Marina della regione orientale hanno fermato una nave cargo turca diretta verso il porto di Misurata. Per ritorsione, nelle ultime ore sono stati registrati sorvoli da parte di droni turchi nella regione di Sirte, l’area in cui passa la linea rossa del cessate-il-fuoco fra le forze dello stesso Haftar e le milizie fedeli al governo di Tripoli, sostenute da Ankara. Alcuni siti di informazione libici parlano anche di esplosioni. Al-Mismari in una conferenza stampa da Bengasi martedì ha affermato che l’Esercito libico è ufficialmente in guerra con la Turchia in Libia, spiegando che che la nave “Mebruka”, battente bandiera giamaicana, ma di proprietà turca, “era entrata in un’area interdetta al traffico navale non autorizzato e non ha ottemperato all’ordine di attracco nel porto di Ras al-Hilal”.
Secondo quanto riferito dall’LNA, un’ispezione a bordo avrebbe rivelato la presenza di un carico di droga, mentre gli armatori turchi sostengono che il vassello stesse trasportando generi alimentari e beni di prima necessità destinati alla città di Misurata che ha forti legami politici e commerciali con Ankara. Il ministero degli Esteri ha condannato con la massima fermezza il fermo della nave, avvertendo nuovamente che se gli interessi turchi in Libia verranno presi di mira ci saranno delle gravi conseguenze e gli autori di queste azioni verranno considerati degli obiettivi legittimi.
Ancora mercenari…
Nella sua recente visita in Egitto, il presidente francese Emmanuel Macron ha denunciato la continua presenza di mercenari turchi a sostegno dei gruppi affiliati al governo di Tripoli. Macron ha anche criticato il fatto che i mercenari russi a fianco dell’LNA, presumibilmente appartenenti al gruppo Wagner, non abbiano ancora lasciato la Libia. Secondo numerosi rapporti, la Turchia continua a inviare mercenari e attrezzature in Libia, nonostante la comunità internazionale lavori a una soluzione pacifica alla crisi nel Paese nordafricano.
I progressi del dialogo
Il gruppo di lavoro politico (PWG) del Comitato internazionale di follow-up sulla Libia (IFCL) si è riunito il 3 dicembre 2020 per esaminare i progressi compiuti finora per quanto riguarda il percorso politico libico e considerare come i partecipanti al processo di Berlino possano sostenere ulteriormente questi sforzi. I copresidenti – Algeria, Germania, Lega degli Stati arabi e UNSMIL – hanno accolto con favore la conclusione positiva del Forum sul dialogo politico libico (LPDF) a Tunisi il 15 novembre, che ha portato a tre documenti finali: la tabella di marcia per la fase preparatoria di una soluzione globale; il documento sull’idoneità alla candidatura per l’autorità esecutiva; e il documentosull’autorità esecutiva unificata. Quindi, aprendo la strada a un processo guidato e di proprietà libica verso lo svolgimento di elezioni presidenziali e parlamentari e una Libia riunificata e pienamente sovrana libera da ogni forma di intervento militare straniero e interferenze esterne.
Il gruppo ha invitato tutte le parti interessate libiche a sostenere i risultati del dialogo politico come primo passo verso il ripristino di un’autorità esecutiva unificata e legittimata. Ha incoraggiato tutti i partecipanti all’LPDF a concordare rapidamente, sotto gli auspici dell’UNSMIL, le modalità che consentirebbero l’istituzione del Consiglio di Presidenza ristrutturato e del nuovo Governo. Facendo riferimento alla dichiarazione del ministro della Difesa del GNA, l’UNSMIL ha invitato tutte le parti a esercitare moderazione nelle dichiarazioni pubbliche e ad astenersi dall’incitamento all’odio e dall’escalation della retorica.
Un Parlamento diviso
Il presidente del Parlamento Aguila Saleh Issa, principale interlocutore dell’Egitto, sembra tentare di ricucire il rapporto con il generale Haftar, dopo aver compreso di non avere chance nel nuovo esecutivo unificato. Il presidente della Camera dei Rappresentanti, secondo le indiscrezioni puntava al ruolo di presidente del Consiglio presidenziale, soprattutto dopo che l’Unione europea ha sollevato ad ottobre le sanzioni imposte su di lui per ostacolare il processo politico libico. Aguila Saleh, tuttavia, dopo essersi consultato con le contropoarti russe, ha avviato una serie di meeting con esponenti della società civile e rappresentanti delle tribù orientali. Ha anche indetto una riunione speciale lunedì scorso a Bengasi, mentre i membri della Cemera erano impegnati nelle consultazioni a Ghadames con i loro colleghi di Tripoli. L’obiettivo di Aguila Saleh e i suoi fedelissimi era quello di fornire una alternativa al LPDF, se questo dovesse fallire.
Nel quadro degli sforzi per unificare il Parlamento libico in modo di adempiere agli obblighi costituzionali che gli sono stati affidati, si è tenuta nella città di Ghadames una sessione del Consiglio, durante la quale sono state discusse le questioni più importanti che ostacolano la riunificazione dei Parlamentari. Secondo una nota conclusiva, i negoziati iniziati precedentemente in Marocco, riprenderanno tra due settimane nella città di Ghadames, il 21 e 22 dicembre 2020, in una nuova sessione guidata dal relatore più anziano e più giovane.
Il prossimo incontro – prosegue la nota- intende approvare una nuova sessione presidenziale del Parlamento libico che avrà una durata di sei mesi e la modifica del regolamento di conseguenza. Il secondo punto di discussione sarà la rielezione dell’ufficio di Presidenza della Camera. Mentre martedì 22 dicembre, i membri del Parlamento si concentreranno su quattro argomenti principali: la rielezione delle commissioni parlamentari, la formazione di commissioni tecniche temporanee, le proposte di emendamento allo statuto e nuovi lavori.
Aguila Saleh e i suoi sostenitori hanno criticato tali riunioni definite illegittime, in quanto secondo i regolamenti e la legge libica, spetta al presidente convocare le sessioni. Per tanto i risultati raggiunti potrebbero non avere alcun valore legale.