Borrell chiama Serraj, preoccupazione per l’escalation di violenza in Libia

L’alto rappresentante e vicepresidente dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha chiamato il primo ministro del Governo libico di Accordo Nazionale (GNA), Fayez al-Serraj, il 18 maggio per discutere degli ultimi sviluppi nel paese.

L’alto rappresentante Borrell ha espresso le sue preoccupazioni per l’escalation dei combattimenti in e intorno a Tripoli, e il crescente bombardamento su aree residenziali densamente popolate, che hanno provocato vittime e un deterioramento della situazione umanitaria.

L’alto rappresentante Borrell ha elogiato il Primo Ministro per l’apertura del suo governo a partecipare attivamente al processo di Berlino e ha ribadito l’importanza per tutte le parti in conflitto di fermare i combattimenti, concordare un cessate il fuoco duraturo e riprendere i negoziati politici.

Ha sottolineato il costante impegno dell’UE a favore di una soluzione politica alla crisi libica attraverso l’attuazione delle conclusioni della Conferenza di Berlino e ha ricordato al Primo Ministro l’impegno attivo dell’UE a progredire verso tale obiettivo.

L’alto rappresentante Borrell e il primo ministro al-Serraj hanno anche parlato della nuova operazione militare PSDC Irini dell’UE, che mira a porre fine al flusso illegale di armi e attrezzature militari verso la Libia che hanno alimentato il conflitto in corso. 

L’operazione è uno dei contributi dell’UE al ritorno della stabilità in Libia e un’espressione operativa del suo impegno concreto nel processo di Berlino guidato dalle Nazioni Unite in Libia. 

L’operazione sta schierando le sue risorse navali e aeree e utilizza immagini satellitari per garantire la più ampia copertura possibile, operando nel quadro delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Nelle recenti settimane, Serraj ed altri rappresentanti del Governo di Tripoli si sono espressi più volte contro la Missione dell’UE IRINI, in quanto arginerebbe il flusso di armi e mercenari da parte del regime turco di Recep Tayyip Erdogan.

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