Malta si ritira dall’operazione Irini in Libia

Di Ali Ahmed.
Il Governo maltese ha informato la Commissione Europea che non fornirà più l’assetto militare promesso all’operazione EUNAVFORMED Irini, in quanto – a suo avviso – la Missione congiunta europea starebbe tentando di fermare le armi turche ai gruppi terroristici affiliati al Governo di Accordo Nazionale (GNA).
«Malta ha formalmente comunicato alla Commissione europea che non impegnerà più alcun patrimonio militare per l’operazione Irini dell’UE, una missione navale lanciata per imporre l’embargo sulle armi in Libia nel tentativo di soffocare le parti in guerra nel paese nordafricano». Affema un comunicato, aggiungendo che la mossa è una seccatura per la Turchia, che sta attivamente fornendo armi al GNA riconosciuto dall’ONU via mare, nella speranza che ciò conduca il GNA a colpire duramente i trafficanti di esseri umani che inviano migranti su una nave attraverso la rotta del Mediterraneo centrale.
Malta vuole mantenere i suoi porti chiusi ai migranti salvati in mare a causa della pandemia di coronavirus. Ma il paese soffre anche della mancanza di un quadro di ricollocazione dei migranti che condivida la responsabilità delle persone soccorse in mare tra tutti gli Stati membri dell’UE. Malta ha detto al Comitato speciale Athena che metterà il veto alle decisioni sull’operazione Irini che riguardano le procedure di spesa per lo sbarco dei migranti, le deviazioni dei porti e l’ammissibilità dei droni.
Malta ha anche dichiarato alla Commissione che sta affrontando una crisi senza precedenti e flussi sproporzionati a seguito del traffico di esseri umani e delle attività criminali nel Mediterraneo centrale, citando un aumento del 438% degli arrivi a Malta attraverso questa rotta.
La Valletta si è apertamente schierata contro Grecia, Francia, Germania e Italia, accusando l’UE di patteggiare per il Libyan National Army (LNA) nella sua guerra contro milizie e terroristi. Il pannello degli esperti delle Nazioni Unite ha più volte dimostrato trafficci e contrabbando di petrolio tra Tripoli e la Valletta, che Malta sembra determinata a non voler rinunciare. Un funzionario del Governo Maltese è stato anche accusato di vendere visti medici ai cittadini libici e di condurre trattative con i leader delle milizie e dei gruppi terroristici attivi in Libia.