Aperte le prigioni, crescono le preoccupazioni per atti di vendetta nella Libia occidentale

Di Vanessa Tomassini.

A seguito del recente ‘processo di liberazione’ del Governo di Accordo Nazionale (GNA) di Sorman, Sabrata e Al Ajaylat, continuano ad emergere notizie su atti di incendio dolosi, da parte di gruppi armati di Zawiya, Sabrata e Warshefana. Fonti locali riferiscono che le forze allineate al GNA hanno anche derubato gli operai tunisini, a lavoro in queste aree, nelle ultime 48 ore.

Secondo il Ministero della Giustizia (GNA), 384 prigionieri sarebbero stati liberati dalle prigioni lungo la strada costiera, compresi trafficanti, contrabbandieri, spacciatori, estremisti ed assassini.

Foto pubblicate da fonti non ufficiali, ma verosimilmente autentiche, mostrano gruppi di persone, sventolare le bandiere di Daesh e dell’ormai disciolto Ansar-al-Sharia, in centro a Sabratha, dopo la ritirata dei gruppi affiliati al Libyan National Army (LNA). E’ anche ricomparso il noto trafficante di esseri umani Ahmed al-Dabbashi, noto come ‘al-Ammo’, lo zio, con cui secondo rapporti della stampa internazionale, l’Italia fece accordi nel 2017 per fermare i flussi migratori verso le proprie coste. Dabbashi, così come AbdulRahman al-Milad detto Bija che ha partecipato alle operazioni di lunedì, è inserito nelle liste sanzionatorie delle Nazioni Unite per traffico di esseri umani e contrabbando illegale di petrolio.

Mentre il Ministero della Giustizia ha chiesto che gli evasi vengano ricondotti nelle prigioni, il Ministro degli Interni, Fathi Pashagha, ha rafforzato il pattugliamento della West Coast. Una forza del ‘dipartimento affari e licenze del traffico’ ha condotto con il comandante Al-Siddiq Al-Shaibani un tour di perlustrazione che includeva le direzioni della sicurezza di Al- Zawiya, Sorman e Sabratha, incontrando i responsabili della sicurezza e sviluppando un piano per proteggere i due comuni e mantenere l’ordine. Si temono infatti atti di vendetta e crimini da parte dei criminali fuggiti dalle prigioni, nonchè di gruppi che erano rimasti dormienti dopo le operazioni della camera di sicurezza congiunta anti-isis del 2017, che avevano portato alla liberazione della città di Sabrata da criminali e terroristi affiliati al sedicente stato islamico (Daesh).

Intorno alla capitale intanto si continua a combattere. Ha generato sdegno e commozione la notizia dell’uccisione di Al Khalouk AbdalHamid Younis, un ufficiale del traffico, freddato da un colpo di arma da fuoco davanti a casa sua, nella zona di Ain Zara a Tripoli, la mattina del 14 aprile. Alcuni rapporti affermano che l’ufficiale è stato ucciso da un proiettile vagante, mentre altri che è stato assassinato. La sua foto mentre distribuiva mascherine ai passanti contro il coronavirus è diventata virale.

Sorgono infine diversi dubbi circa l’attacco coordinato che ha portato al controllo del GNA di queste città. Sembra plausibile infatti che i gruppi armati anti-Haftar abbiano approfittato di tensioni interne nella città di Sabratha che avevano portato a fine febbraio alla chiusura dell’ospedale. Alla base di queste tensioni tra i clan locali, oltre a differenti visioni politiche, ci sarebbero benefici personali relativi a business illegali, compreso quello della peggior specie, il traffico di esseri umani.

Scopri di più da Speciale Libia

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading