Terrorismo. Giulio Lolli estradato in Italia dalla Libia, Gip: “ruolo direttivo”

Giulio Lolli, l’imprenditore bolognese condannato all’ergastolo in Libia per terrorismo e fiancheggiamento al gruppo armato denominato Shura di Bengasi, è stato estradato domenica dalla Libia in Italia. Il magnate della Rimini yatch è atterrato in mattinata a Roma con un volo da Tripoli, in una operazione coordinata dalla Procura di Roma ed è stato consegnato al Ros dei Carabinieri grazie all’intervento diplomatico dell’Ambasciata Italiana a Tripoli, dell’Ufficiale di Collegamento della Polizia di Stato, in accordo con il Ministero della Giustizia, Ministero degli Esteri e sotto l’impulso della Procura della Repubblica di Rimini e quindi del sostituto procuratore Davide Ercolani.

Lolli, soprannominato “il pirata” per la sua fuga rocambolesca a bordo di uno yacht verso le coste libiche, era stato arrestato a Tripoli due anni fa ed era già considerato latitante per la giustizia italiana da 9 anni. Il sostituto procuratore Davide Ercolani, infatti, lo aveva indagato per associazione a delinquere, truffa, falso e appropriazione indebita. Oggi, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip della Capitale, è accusato di avere avuto un “ruolo direttivo” all’interno del gruppo Majlis Shura Thuwar, una cellula jihadista appartenente all’organizzazione terroristica Ansar Al Sharia, con base operativa in Misurata e molto attiva in Libia fino al 2017, anno in cui il gruppo ha annunciato il suo scioglimento, sebbene i suoi resti sono impegnati oggi al fianco dei gruppi armati del Governo di Accordo Nazionale rappresentato dal premier Fayez al-Serraj, che ne ha preso formalmente le distanze ordinandone l’arresto dei membri conosciuti.

Secondo il Gip, su Lolli penderebbero gravi indizi di colpevolezza e nel provvedimento del giudice sono citati anche i risultati di una rogatoria internazionale dalla quale emerge che l’italiano era detenuto dal 17 dicembre 2017 nel carcere all’interno dell’aeroporto di Mitiga, a Tripoli. Il procuratore generale libico avrebbe fornito alle autorità italiane anche alcune fotografie che ritraggono Lolli a bordo di imbarcazioni che trasportavano armi e mezzi blindati, che sarebbero stati destinati ai jihadisti. A tale scopo Lolli avrebbe messo a disposizione due mezzi navali fatti arrivare dall’Italia, Mephisto e Leon.

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