Un nuovo carico di armi è partito dalla Turchia verso Misurata

Di Vanessa Tomassini.

Fonti militari hanno confermato la partenza di un carico di nuovi armamenti e materiale esplosivo dal porto di Ankara diretto verso Misurata. Il carico comprenderebbe artiglieria medio leggera ed esplosivi. Nonostante le smentite del Governo di Accordo Nazionale, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha ammesso nei giorni scorsi di vendere armi ed equipaggiamenti militari al Consiglio presidenziale rappresentato da Fayez al-Serraj. Il nuovo carico, destinato alle milizie islamiste affiliate al Governo internazionalmente riconosciuto, e di cui l’Italia è il principale sponsor, segue quello dello scorso 18 maggio, al porto di Tripoli. Le milizie affiliate al premier Fayez al-Serraj, costretto ad assecondare la Fratellanza Musulmana che compone il suo gabinetto di Governo e sotto le pressioni della città stato di Misurata, hanno diffuso l’arrivo al porto di Tripoli di diversi mezzi corazzati, Kirpi.

Si tratta esattamente, secondo gli esperti di un veicolo da combattimento di tipo MRAP (Mine-Resistant Ambush Protected) prodotto dalla Turchia e progettato dalla BMC Turkish Company per soddisfare generalmente i requisiti delle forze terrestri turche. Il Kirpi è stato presentato al pubblico per la prima volta nel giugno 2010, durante l’Esposizione Internazionale della Difesa che si tiene ogni anno, a Parigi, in Francia. Tali mezzi possono trasportare un totale di 13 militari tra cui conducente, comandante, mitragliere e 10 fanti. Presenta uno scafo monoscocca in acciaio interamente saldato con una metà inferiore a V che fornisce un alto livello di protezione contro mine e ordigni esplosivi improvvisati (IED), fuoco di armi leggere e schegge di conchiglia. Il tetto del Kirpi, si legge nella descrizione della compagnia, è equipaggiato con una stazione di armi telecomandata che può essere armata con mitragliatrice pesante calibro 12,7mm.

turkish

Precedenti

L’11 gennaio 2018, le autorità greche hanno confermato a Libia Herald di aver sequestrato un vascello che stava trasportando materiali potenzialmente esplosivi dalla Turchia a Misurata. Il quartier generale della Guardia costiera ellenica aveva rilevato la nave Andromeda mentre navigava al largo di Agios Nikolaos, vicino all’isola di Creta, battente bandiera della Tanzania. La nave è stata sequestrata dalla Squadra di schieramento speciale della Guardia costiera greca e dall’ufficio doganale di Creta che, dopo aver controllato a fondo il carico della nave, che consisteva in 29 container e 11 serbatoi di GPL, sono stati rinvenuti 29 contenitori di esplosivi, detonatori ed altre attrezzature.

Allo stesso modo, è stato confermato che gli 11 serbatoi di GPL erano vuoti. Queste armi giunte a Misurata, dove va ricordato è presente dal 2015 una base militare italiana avente funzioni di ospedale da campo, hanno sempre raggiunto gruppi armati ed estremisti affiliati ad Ansar al-Sharia, il gruppo ufficialmente disciolto nel maggio 2018, ma ancora attivo vista la presenza di numerosi elementi impegnati al fronte di Tripoli contro il Libyan National Army (LNA). Nel 2017, il pannello degli esperti delle Nazioni Unite hanno confermato il trasferimento di armi da Misurata al Consiglio Shura Rivoluzionario di Bengasi (BRSC). Il pannello ha ricevuto filmati di unità specializzate dell’LNA che hanno disinnescato gli IED a Bengasi con grandi scatole contenenti
corde detonanti fabbricate da un produttore di esplosivi con sede in Turchia e nelle aree circostanti. Parte di quel filmato mostra il sequestro, all’inizio del 2017, di grandi scatole avvolte con più strati di plastica a bordo di una nave a Misurata. Le scatole sequestrate contenevano esplosivi incluse corde detonanti e adesivi ancora presenti della società di produzione.

2019-06-22 (2)
Estratto dal documento degli esperti Onu, 2018

L’esercito libico (LNA) è ancora oggi impegnato nel disinnescare ordigni e mine lasciati dai terroristi a Bengasi. Lo scorso 20 maggio, durante la nostra permanenza a Bengasi, una bambina è stata uccisa da una mina nel quartiere di Abu Sneim. Gli artificieri delle forze armate libiche sono costantmente a lavoro per disattivare cinture esplosive ed ordigni di fabbricazione turca.

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